LE SINDROMI CLINICHE DA IRRADIAZIONE

le sindromi cliniche da irradiazione

In relazione alle modalità di esposizione, l’organismo umano può essere colpito dalle radiazioni dall’esterno, su tutto il corpo o in sedi localizzate, oppure dall’interno, per contaminazione interna. A seconda della dose si potranno manifestare effetti acuti o cronici.

Pertanto è possibile distinguere le seguenti sindromi:

A) Sindrome acuta da irradiazione esterna globale (incidenti in centrali nucleari):

  • Per dosi elevate si manifesta come Sindrome cerebrale: evolve in poche ore o giorni con nausea, vomito, tremori, convulsioni, coma, morte. Il tessuto nervoso e tra i meno sensibili alle radiazioni e, pertanto, sono necessarie dosi molto elevate per provocare danni cerebrali.
  • Per dosi alte si manifesta come Sindrome gastrointestinale: compare dal 3° al 20° giorno dall’esposizione ed è sempre fatale, con vomito, diarrea ematica non trattabile, che porta a disidratazione, collasso circolatorio e morte.
  • Per dosi medio basse si manifesta come Sindrome emopoietica: vengono colpiti i tessuti più sensibili, compare tra l’8° e il 50° giorno dall’esposizione, e caratterizzata, in prima istanza da linfopenia seguita da neutropenia e piastrinopenia, con conseguenti manifestazioni emorragiche ed infezioni. La terapia è prevalentemente sintomatica, ma l’esito e quasi sempre fatale.

B) Sindrome acuta da irradiazione esterna locale:

  • Avviene per azione di sorgenti distanti o per deposito di sostanze radioattive sulla superficie cutanea. Le strutture più sensibili sono la cute e le gonadi e si manifesta, sulla cute, con perdita di peli, arrossamento, bolle e flittene, e al crescere della dose, con il quadro di radiodermite necrosante caratterizzato da ulcere poco tendenti alla guarigione e con tendenza formazione di tumori cutanei ed a carico delle gonadi con azospermia transitoria nell’uomo, per una esposizione lieve, mentre, per esposizioni più elevate, compare sia per l’uomo che per la donna, sterilità permanente.

C) Sindrome cronica da irradiazione esterna globale:

  • Colpisce prevalentemente i lavoratori che sono addetti alle manipolazioni di sostanze radioattive, alla conduzione di impianti radiogeni, ad estrazioni minerarie in aree radiogene; la sintomatologia è molto sfumata, con ipotrofia cutanea, ipoplasia midollare, deperimento organico con un accorciamento della vita.

D) Sindrome cronica da irradiazione esterna locale:

  • Frequente in passato in radiologi ed ortopedici; riguarda soprattutto la cute di mani e avambraccio, con quadri di cute arrossata, bolle e delle ulcere e, soprattutto, frequente sviluppo di epiteliomi.

E) Sindrome cronica da irradiazione interna:

Può avvenire per errore o incidente, attraverso la via digerente, respiratoria (radionuclidi gassosi come il radon nei minatori) e cutanea. La distribuzione e condizionata dalla affinità metabolica per i diversi tessuti dell’elemento radioattivo che viene introdotto: il radio ha un’affinità molto elevata per il tessuto osseo, lo iodio per la tiroide, il cesio per i muscoli. Gli effetti più gravi sono legati alla cancerogenesi, per cui negli esposti, in genere, sono frequenti le leucemie, i carcinomi polmonari nei minatori esposti al radon, gli osteosarcomi della mascella, frequenti negli addetti alla verniciatura di quadranti fosforescenti degli orologi, utilizzando radio.

Nelle contaminazioni locali è possibile lo sviluppo di cataratta e radiodermite, complicata dalla evoluzione in epitelioma.

I VARI STUDI

  • Studi epidemiologici ben controllati sullo stato di salute in generale di lavoratori addetti a linee e sottostazioni elettriche non avrebbero rilevato alcuna differenza statisticamente significativa tra gruppi di esposti e gruppi di controllo. Al contrario, studi epidemiologici più recenti avrebbero fornito un sostegno circa l’associazione tra leucemia infantile ed esposizione a deboli campi elettrici.
  • Lo studio Lagorio (1998) eseguito dall’Istituto Superiore della Sanita lascia delle incertezze circa la possibilità di insorgenza di tumori in seguito all’esposizione a campi ELF e conclude che i dati epidemiologici, oggi disponibili non possono essere assunti a base di processi decisionali e di sanità pubblica.
  • Lo studio NIEHS, eseguito nel 1998 National Institute of Environment, Health and Science, mette in luce una limitata cancerogenicità rispetto alla leucemia infantile ed una evidenza relativa per i tumori cerebrali e per i linfomi infantili da considerarsi inadeguata. Nella valutazione complessiva, comunque, i campi elettromagnetici ELF vengono classificati come possibili cancerogeni per l’uomo.
  • Lo studio SETIL (ASL-Università di Milano,1999-2001), ha valutato il rapporto tra esposizione a campi magnetici a bassissima frequenza e sviluppo di leucemie, linfoma non Hodgkin e neuroblastomi nei bambini.

I RISCHIO DI ESPOSIZIONE A RADIAZIONI NON IONIZZANTI E IONIZZANTI IN AMBIENTE OSPEDALIERO

A) Le radiazioni non ionizzanti

Accanto agli apparati per diaterma a radiofrequenze (RF) e microonde (MW), esistono varie sorgenti di radiazione visibile ed ultravioletta, laser, campi magnetici statici connessi ad apparecchi di risonanza magnetica (NMR).

In Italia non esistono normative nazionali: in particolare il decreto annunciato da anni per la protezione dei lavoratori dai campi elettromagnetici a radiofrequenze e microonde non e stato ancora emanato. Vi è pero da rilevare che la tabella delle malattie professionali prevede le malattie causate da laser ed onde elettromagnetiche e le loro conseguenze dirette.

B) Le radiazioni ionizzanti

La materia inerente la tutela della salute dei lavoratori radio esposti ed il controllo sulle apparecchiature radiogene (radioscopia, radiografia, TAC, radioterapia, impiego di isotopi radioattivi) e attualmente normato da decreti di adeguamento alle Direttive Europee (230/95 et all.). La sorveglianza sanitaria dei lavoratori radio esposti è sempre esercitata a pieno titolo dal Medico Autorizzato ( per lavoratori esposti di Categoria A, con esposizione annuale superiore a 6 miliSievert)e per quanto riguarda i lavoratori esposti di Categoria B (esposizione annuale tra 1 e 6 miliSievert ) può essere esercitata dal Medico Competente.

Il controllo sanitario viene effettuato con visita medica periodica (semestrale/Categoria A, annuale/Categoria B) ed esami integrativi con registrazione di tutti i dati su documento sanitario personale.

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