LA NORMATIVA SULLA PROTEZIONE RADIOLOGICA

la normativa sulla protezione radiologica

Tutto il sistema di protezione radiologica si basa su tre principi:

1) LA GIUSTIFICAZIONE:

Tutte le attività che comportano esposizioni a radiazioni ionizzanti devono essere giustificate (tali attività devono rappresentare un beneficio netto e positivo).

2) L’OTTIMIZZAZIONE:

Le esposizioni a radiazioni ionizzanti devono essere mantenute allivello più basso ragionevolmente ottenibile, tenendo conto dei fattori economici e sociali.

3) LA LIMITAZIONE DELLE DOSI INDIVIDUALI:

L’ esposizione del lavoratore non può superare, annualmente, un limite di dose fissato dalla Legge in accordo con il principio di ottimizzazione e si dovrà comunque agire affinché la dose assorbita risulti la più bassa possibile.

NORMATIVA

Il 1° gennaio 1996 è entrato in vigore il decreto legislativo 230/95, successivamente aggiornato e modificato dal D. Lgs 241/2000 e dal D. Lgs 187/00, questi ultimi in vigore dal 1 gennaio 2001. Il D.Lgs 241/2000 è stato integrato e modificato dal D. Lgs 257/2001.

Questi decreti che sono specifici al rischio da impiego delle radiazioni ionizzanti e costituiscono la normativa vigente in materia di radiazioni ionizzanti (R.I.), finalizzata alla prevenzione dei possibili danni per:

  • I lavoratori addetti all’impiego delle radiazioni.
  • I pazienti che si sottopongono ad esami o terapie mediche con uso di R.I.
  • La popolazione, derivanti dalla introduzione ed uso di una pratica facente uso delle R.I.

Il decreto 187/00 che tratta la radioprotezione del paziente dispone, inoltre una nuova organizzazione per la protezione della popolazione e dei pazienti che si sottopongono a pratiche diagnostiche o terapeutiche che comportino l’uso delle radiazioni ionizzanti.

bilancia

È vietata l’esposizione non giustificata. Le esposizioni nell’ambito diagnostico, terapeutico, della sorveglianza sanitaria professionale, di programmi di screening, di ricerca, di procedure medico-legali devono mostrare di essere sufficientemente efficaci mediante la valutazione dei potenziali vantaggi complessivi prodotti rispetto al danno possibile.

L’IMPIEGO DELLE MACCHINE RADIOGENE

L’impiego di macchine radiogene e di sorgenti artificiali comporta la presenza di campi di radiazione negli ambienti di lavoro, che devono essere classificati da parte dell’Esperto Qualificato sulla base di quanto disposto dal D.Lgs. n. 230/95 come modificato dal D. Lgs 241/00.

LE ZONE CLASSIFICATE

Si definisce Zona Classificata (art.6 lettera d) ogni ambiente di lavoro sottoposto a regolamentazione per motivi di protezione contro le radiazioni ionizzanti. Tali zone devono essere delimitate e segnalate.

Le Zone Classificate si suddividono in:

  • Zona Sorvegliata: ogni area di lavoro in cui sussiste per i lavoratori la possibilità di superare uno dei valori limite di dose fissati per le persone del pubblico e che non sia classificata Zona Controllata.
  • Zona Controllata: ogni area di lavoro in cui, sulla base degli accertamenti dell’Esperto Qualificato, sussiste per i lavoratori la possibilità di superare uno dei valori limite di dose stabiliti per i lavoratori esposti di categoria A.

LE NORME DI PROTEZIONE PER L’OPERATORE

Gli operatori, al fine di proteggersi dai rischi legati all’ impiego delle radiazioni ionizzanti in modo efficace devono:

  • Informarsi sulle sorgenti di radiazione e sulle procedure di impiego.
  • Leggere le norme interne e le norme procedurali connesse all’impiego delle radiazioni ionizzanti.
  • Allontanarsi il più possibile, compatibilmente con le funzioni svolte, dalla sorgente di radiazione primaria (= tubo radiologico o sorgente radioattiva) e dalla sorgente secondaria (= paziente).
  • Contribuire compatibilmente con le proprie funzioni affinché il tempo di esposizione sia il minimo necessario.
  • Qualora la propria presenza non sia necessaria all’ atto diagnostico o chirurgico, allontanarsi il più possibile (eventualmente uscire dalla sala).
  • Utilizzare correttamente i dispositivi di protezione.
  • Utilizzare correttamente gli eventuali sistemi di rivelazione (=dosimetri) di cui si è dotati.
  • Partecipare a (o eventualmente richiedere) corsi di formazione specifici sull’ uso di radiazioni ionizzanti e sui loro rischi.
  • Contribuire alla descrizione dei processi lavorativi ed alla valutazione dei carichi di lavoro radiologico individuale ovvero alla definizione delle distanze, tempi di esposizione e procedure operative.

È da ricordare che la protezione assoluta dalle radiazioni ionizzanti non è possibile!

LA DOSE DI RADIAZIONI IN UN PUNTO DELLO SPAZIO

La dose di radiazioni in un punto dello spazio dipende:

  • Dalla distanza dalla sorgente primaria.
  • Dalla distanza dal paziente (sorgente secondaria).
  • Dal tempo d’ erogazione.
  • Dai parametri di impostazione dell’apparecchio radiologico (kVpicco e mA) o di attività e spettro della sorgente radioattiva (Attività, Spettro energetico).
  • Dalla presenza di materiali attenuatori fra la sorgente ed il punto di interesse.

I MINORI, LE LAVORATRICI IN GRAVIDANZA O ALLATTAMENTO

Particolari disposizioni sono previste per le lavoratrici esposte in età fertile:

  • È fatto obbligo alle lavoratrici di comunicare il proprio stato di gravidanza al Datore di Lavoro non appena accertato.
  • Le donne durante la gravidanza non possono svolgere attività in zone classificate (controllate o sorvegliate) o comunque ad attività che potrebbero esporre il nascituro ad una dose che ecceda 1 mSv durante il periodo di gravidanza.
  • È altresì vietato adibire le donne che allattano ad attività comportanti un rischio di contaminazione.
  • È proibito adibire i minori di anni 18 ad attività proprie dei lavoratori esposti.
  • È necessario limitare il numero di lavoratori esposti a rischio di radiazioni ionizzanti a coloro per i quali, per le esigenze di servizio e di assistenza ai malati, ciò si renda effettivamente indispensabile.

LE REGOLE FONDAMENTALI GENERALI DI RADIOPROTEZIONE

  • Rispettare le indicazioni riportate sulla segnaletica affissa.
  • Mantenersi a distanza dagli oggetti o dalle apparecchiature elettriche in funzione.
  • Non toccare e non avvicinare troppo il capo ad oggetti elettrici non noti.
  • Non mantenere inutilmente in funzione apparecchiature elettriche se non se ne ha necessità o diretta utilità.
  • Mantenere in buona efficienza le sicurezze, i collegamenti elettrici, i cavi di alimentazione e di messa a terra.
  • Attenzione alle possibili interferenze del cellulare con altri apparecchi elettrici.

ATTENERSI A:

  • Segnalazioni di avvertimento-pericolo
  • Segnalazioni di divieto
  • Situazione normativa

DIRETTIVA 89/336/CEE COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA

Un aiuto concreto per la mitigazione del problema delle interferenze elettromagnetiche giunge dalle normative nazionali e internazionali in materia. La direttiva europea 89/336/CEE “compatibilità elettromagneticaimpone ai costruttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche il rispetto di alcuni requisiti essenziali insiti nella definizione stessa di compatibilità elettromagnetica, che sono mirati al contenimento delle emissioni elettromagnetiche dei sistemi entro limiti ben determinati e contemporaneamente all’incremento dell’immunità degli stessi nei confronti delle interferenze.

Il rispetto di tali requisiti si può ottenere seguendo le prescrizioni delle norme tecniche armonizzate che forniscono i limiti ed i metodi di misura per la totalità dei prodotti o delle famiglie di prodottiche rientrano negli obiettivi della direttiva, o per tutti i dispositivi che possono creare emissionielettromagnetiche o il cui funzionamento può essere alterato da disturbi elettromagnetici presentinell’ambiente.

GLI ASPETTI DI COMPATIBILITÀ ELETTROMAGNETICA

  • Emissioni di disturbi condotti: sono i disturbi originati dalle apparecchiature elettriche/elettroniche che si propagano lungo le linee di alimentazione o di segnale, e che possono interferire con il funzionamento di altre apparecchiature connesse sulla stessa linea.
  • Emissioni di disturbi irradiati: sono i disturbi originati dalle apparecchiature ai disturbi presenti nell’ambiente circostante che si accoppiano con parti conduttive (masse metalliche, cavi, piste di circuiti stampati) provocandone il malfunzionamento.
  • Suscettibilità ai disturbi condotti: è la sensibilità di una apparecchiatura ai disturbi presenti sulle linee dialimentazione o di segnale originati da altre apparecchiature collegate allastessa linea.
  • Suscettibilità ai disturbi irradiati: è la sensibilità di una apparecchiatura ai disturbi presenti nell’ambientecircostante che si accoppiano con parti conduttive (masse metalliche, cavi, pistedi circuiti stampati, ecc..) provocando il malfunzionamento del sistema.
  • Suscettibilità alle scariche di elettricità statica: è la sensibilità di una apparecchiatura al brusco passaggio di cariche elettrostatiche sulle sue parti metalliche (es. le cariche che si accumulano sui tessuti sintetici quando si cammina su pavimento isolante in atmosfera secca).

I PROBLEMI DI ESPOSIZIONE DEL CORPO UMANO A CEM

La massiccia penetrazione dell’elettronica in tutti i settori tecnologici e la sempre crescente domanda di energia elettrica hanno fatto sì che l’uomo si trovi quotidianamente immerso in campi elettromagnetici di diverse frequenze ed intensità.

Tra tutte le “macchine” che possono subire l’influenza delle onde elettromagnetiche, il corpo umano è sicuramente la più complessa: i campi elettromagnetici possono interferire con il suo buon funzionamento.

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