COSA È IL SUPPORTO PER LA FORMAZIONE E IL LAVORO

cosa è il supporto per la formazione e il lavoro

Con il Decreto Lavoro dello scorso maggio, divenuto legge nel mese di luglio, il Governo Meloni ha sostituito il Reddito di Cittadinanza con due misure di supporto per le persone e i nuclei famigliari in difficoltà economica: l’Assegno di Inclusione (ADI) e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL).

COSA È IL SUPPORTO PER LA FORMAZIONE E IL LAVORO

Il Supporto per la formazione e il lavoro è un’indennità mensile di 350 euro riconosciuta a soggetti di età compresa tra 18 e 59 anni che sono “occupabili” e si trovano in condizioni di povertà assoluta (ISEE non superiore a 6.000 euro annui). La misura ha una durata di un massimo di 12 mesi, non è rinnovabile, e prevede l’obbligo di partecipazione a progetti di politiche attive del lavoro o a progetti utili alla collettività.

Il supporto per la formazione e il lavoro è stato introdotto a partire da settembre 2023 per favorire l’attivazione nel mondo del lavoro delle persone a rischio di esclusione sociale e lavorativa. Prevede la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro comunque denominate, progetti utili alla collettività e servizio civile universale. Il SFL è destinato a coloro che hanno un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, con un valore dell’ISEE familiare non superiore a 6.000 euro annui e che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione.

Nella circolare INPS, tuttavia, è specificato che possono accedere alla misura anche coloro che percepiscono, dal 1° gennaio 2024, l’Assegno di inclusione e che decidono di partecipare ai percorsi formativi pur non essendo sottoposti agli obblighi previsti, purché non vengano calcolati nella scala di equivalenza.

La misura del SFL è compatibile con lo svolgimento di un’attività lavorativa (il riferimento è sia al lavoro dipendente che al lavoro autonomo), purché il reddito percepito non superi i valori soglia previsti per accedere alla misura.

A COSA SERVE IL SUPPORTO FORMAZIONE LAVORO

Il Supporto per la formazione e il lavoro serve a formare persone in condizioni di svantaggio, percettori di questo aiuto, in modo tale che possano poi trovare un lavoro. Questa misura prevede, infatti, la partecipazione dei beneficiari a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro. Nelle misure del SFL rientrano sia il servizio civile universale e che progetti utili alla collettività.

A CHI È RIVOLTO IL SUPPORTO PER LA FORMAZIONE

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Il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL) è rivolto alle le persone di un’età compresa tra i 18 e i 59 anni, con un reddito ISEE inferiore ai 6000 euro l’anno e che non abbiano in famiglia minori, ultrasessantenni o disabili che non abbiano diritto all’ Assegno di Inclusione (ADI). Tra i requisiti per avere diritto all’inserimento c’è anche quello di aver concluso la scuola dell’obbligo (per i giovani fino a 29 anni), di non aver presentato dimissioni volontarie dal proprio posto di lavoro fatta salva la giusta causa.

Questo nuovo mini supporto si rivolge ad una parte abbastanza residuale di coloro che escono dal reddito di cittadinanza, e nasce come misura di attivazione al lavoro mediante la partecipazione a progetti di formazione. Inoltre, i beneficiari del supporto per la formazione e il lavoro parteciperanno al servizio civile universale e ai progetti utili alla collettività in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni, da svolgere presso il comune di residenza, compatibilmente con le altre attività del beneficiario. Lo svolgimento di tali attività è a titolo gratuito, non è assimilabile a una prestazione di lavoro subordinato o parasubordinato e non comporta comunque l’instaurazione di un rapporto di pubblico impiego con le amministrazioni pubbliche (art. 6, comma 5 bis del Decreto Lavoro).

QUANDO E COME PRESENTARE LA DOMANDA

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Dal 1° settembre si potrà cominciare a presentare la domanda sulla piattaforma, denominata “sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa, che teoricamente dovrebbe far incrociare la domanda e l’offerta di formazione e lavoro.

Le domande potranno essere fatte sul sito INPS personalmente, tramite attraverso lo Spid, la carta di identità elettronica o la carta dei servizi-Cns, o mediante l’aiuto gratuito dei patronati. Per accedere a questo mini supporto saranno necessari, oltre alla presentazione della domanda, altri passaggi: bisognerà infatti sottoscrivere un patto di attivazione, per il quale si verrà contattati dal proprio centro per l’impiego e contattare almeno tre agenzie (private) per il lavoro. Una volta sottoscritto il patto si potrà accedere alla formazione. Dunque, una volta accolta la domanda, gli interessati dovranno partecipare al percorso formativo, durante il quale riceveranno un contributo di 350 euro mensili dall’INPS per massimo 12 mesi. I beneficiari dovranno dare conferma della partecipazione almeno ogni 90 giorni e qualora si abbandonasse il percorso o si rifiutasse un’offerta di lavoro si perderà il beneficio.

QUALI SONO I REQUISITI

Per quanto riguarda i requisiti del supporto per la formazione, potranno farne richiesta i componenti tra i 18 e i 59 anni di nuclei familiari con Isee inferiore a 6mila euro. Si tratta quindi di una platea ridottissima. in condizioni di povertà assoluta che non hanno i requisiti per accedere all’Assegno di inclusione. Può essere utilizzato anche dai componenti dei nuclei che percepiscono l’assegno di inclusione, che non siano calcolati nella scala di equivalenza. L’interessato è tenuto a rilasciare la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro.

La misura è personale e quindi è possibile che nella stessa famiglia ci siano più percettori del Supporto per la formazione e il lavoro. Nel caso dunque di due genitori e due figli maggiorenni senza lavoro e con un reddito nullo, è possibile che si arrivi a percepire in un mese anche 1.400 euro purché tutti si attivino per la formazione e per il lavoro e solo per il tempo nel quale sono attivi. Si propone la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro comunque denominate.

COME FUNZIONA IL SUPPORTO PER LA FORMAZIONE

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Il Supporto per la Formazione e il Lavoro, è istituito dal decreto Lavoro (decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni dalla legge 3 luglio 2023, n. 85), dal 1° settembre 2023. Per usufruire della misura, bisogna:

  • Presentare domanda di SFL all’INPS in via telematica.
  • Iscriversi al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL), la piattaforma informatica realizzata per:
    • Agevolare la ricerca del lavoro.
    • Individuare le attività formative più utili alla qualificazione/riqualificazione dei beneficiari. 
  • Sottoscrivere il Patto di attivazione digitale (PAD) all’esito positivo dell’istruttoria della domanda
  • Sottoscrivere il Patto di servizio personalizzato.
  • Frequentare un corso o altra iniziativa di attivazione lavorativa.

A seguito della stipulazione del patto di servizio, l’interessato può ricevere offerte di lavoro, servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro, cioè essere inserito in specifici progetti di formazione erogati da soggetti, pubblici o privati. Ma può anche autonomamente individuare progetti di formazione, rientranti nel novero di quelli indicati al primo periodo, ai quali essere ammesso. In caso di partecipazione ai programmi formativi e a progetti utili alla collettività, per tutta la loro durata e comunque per periodo massimo di dodici mensilità, l’interessato riceve un beneficio economico, quale indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa, pari a un importo mensile di 350 euro. Il beneficio economico è erogato mediante bonifico mensile, da parte dell’Inps. L’interessato può autonomamente individuare progetti di formazione, rientranti nel novero di quelli indicati al primo periodo, ai quali essere ammesso e, in tal caso, deve darne immediata comunicazione attraverso la piattaforma.

L’interessato è tenuto ad aderire alle misure di formazione e di attivazione lavorativa indicate nel patto di servizio personalizzato, dando conferma, almeno ogni 90 giorni, ai servizi competenti, anche in via telematica, della partecipazione a tali attività. In mancanza di conferma, il beneficio è sospeso.

La mancata iscrizione a percorsi di istruzione degli adulti di primo livello o comunque funzionali all’adempimento dell’obbligo di istruzione, ove non già assolto comporta la non erogazione del beneficio, che comunque decorre dall’inizio del percorso formativo, fermo restando il periodo massimo di 12 mesi.

A QUANTO AMMONTA IL CONTRIBUTO ECONOMICO

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La partecipazione, a seguito della stipulazione del patto di servizio attraverso la piattaforma del SIISL, alle attività per l’attivazione nel mondo del lavoro determina l’accesso per l’interessato a un beneficio economico a titolo di indennità di partecipazione alle misure di attivazione lavorativa, pari a 350 euro al mese. Tale importo è erogato per tutta la durata della misura, entro un limite massimo di 12 mensilità. Il beneficio economico è erogato mediante bonifico mensile da parte dell’Inps.

COSA DEVE FARE IL BENEFICIARIO DEL SFL

L’adesione alle misure di formazione indicate nel patto deve essere confermata ai servizi competenti, almeno ogni 90 giorni, in caso contrario il servizio viene sospeso.

In caso di mancata adesione, per rifiuto o abbandono dell’attività, si perde l’indennità.

Il beneficiario è tenuto ad accettare la prima offerta di lavoro congrua.

La somma è erogata, tramite bonifico, dall’INPS nel limite massimo di 12 mesi.

I beneficiari devono comunicare ogni variazione del nucleo familiare e lo svolgimento di attività lavorativa da parte di uno o più componenti il nucleo familiare entro un mese dalla variazione.

CONCLUSIONE

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Come appare evidente, in attesa che nel 2024 parta il nuovo “assegno di inclusione”, del quale si sa ancora poco, questo nuovo sussidio appare poco più di una toppa che di certo non coprirà il buco lasciato aperto dell’eliminazione del reddito di cittadinanza, e quindi totalmente inefficace per combattere la piaga della povertà che l’inflazione sta ulteriormente aggravando.

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