ALESATURA SULLA FRESATRICE

alesatura sulla fresatrice

SCOPO DELL’OPERAZIONE

Allargare a quota precisa e con superficie levigata, fori passanti o ciechi mediante attrezzature appropriate.

SISTEMI PRINCIPALI DI ALESATURA ALLA FRESATRICE

A) Con testa eccentrica (figure 1-2). Esistono vari tipi di teste per alesare applicabili sulle fresatrici, nelle quali l’utensile si può spostare assialmente con controllo micrometrico.

Nei modelli più recenti l’utensile si può allontanare od avvicinare al centro anche durante la rotazione della testa; in questo caso si possono anche eseguire gole interne o stacciare spallamenti e superfici perpendicolari al foro (figura 3).

B) Con bareno di sbalzo (chiamato pure spina di alesatura) (figura 4): i bareni sono alberi di varia lunghezza e diametro, aventi da un lato l’attacco conico corrispondente a quello del mandrino su cui si lavora (Morse oppure ISO), e all’estremità opposta un foro trasversale entro cui fissare e regolare micrometricamente l’utensile.

Servono per alesare fori a una distanza proporzionata al loro diametro.

C) Con bareno sostenuto all’estremità (figura 7): la corsa trasversale ridottae la relativa larghezza della tavolanon permettono (nelle fresatrici normali)l’uso del bareno sostenutocaratteristico delle macchine alesatrici.

Può tuttavia tornare utile qualora si debbano alesare due fori di lunghezza limitata, disposti sullo stesso asse e distanti fra loro (figura 7).

Limitatamente alle dimensioni della tavola e del pezzo, il bareno sostenuto si usa specialmente per alesare fori già ottenuti per fusione.

NOTA: I primi due sistemi si possono applicare sul mandrino principale alesando fori orizzontali con il movimento del carro trasversale (figura 4); oppure si inseriscono sulla testa verticale che permette di alesare fori ad asse verticale ed orizzontale (figura 6).

Qualora poi si disponga di una testa universale con moto di avanzamento autonomo si potranno alesare fori aventi qualsiasi inclinazione.

CENTRATURA DEL FORO

Nel posizionare esattamente il pezzo rispetto all’asse del mandrino si possono presentare due casi:

a) Esecuzione di un foro senza riferimento ad altra superficie.

In questo caso la centratura si eseguisce riferendosi alla tracciatura (quattro punti sulle intersezioni della circonferenza), servendosi di una punta ricurva fissata al posto dell’utensile.

b) Esecuzione di un foro con riferimenti di precisione a facce, spigoli, fori, ecc.. (figura 8).

In questo caso si colloca sull’albero principale (o su quello della testa) un mandrino perfettamente centrato, e si procede nel modo seguente:

  • Alzare la tavola in modo da sfiorare con detto mandrino in leggera rotazione (oppure interponendo un blocchetto di misura conveniente).
  • Azzerare il tamburo togliendo prima il gioco.
  • Abbassare la tavola in relazione alla quota H stabilita dal disegno meno il raggio del mandrino.
  • Procedere nello stesso modo per impostare la centratura rispetto al piano verticale.

NOTA: Per la lettura degli spostamenti ortogonali si fanno sempre più comuni i lettori ottici come ormai si usa in quasi tutte le alesatrici.

METODO DI LAVORO

A) Con testa eccentrica:

a) Se il pezzo non è già forato eseguire (dopo la centratura) il foro preliminare di alcuni mm. più piccolo della misura finale (vedi articolo: foratura sulla fresatrice).

b) Sostituire la testa alesatrice al mandrino (o bussole di riduzione) usati per la foratura.

c) Controllare l’affilatura dell’utensile, posizionando alla misura voluta sulla testa e fissarlo rigidamente.

d) Determinare il numero dei giri della testa eccentrica, dimezzando le velocità indicate nell’articolo: fresatrice: velocità di taglio.

e) Bloccare le slitte eccettuata quella corrispondente all’asse del foro.

f) Eseguire la prima passata di calibratura del foro, rispetto ad un calibro tampone, oppure ad un mandrino rettificato.

g) Controllare la posizione (centratura) del foro in relazione alla preventiva tracciatura, se questa è l’unico riferimento oppure agli elementi di riferimento (facce, spigoli, fori, ecc..) operando come segue:

  • Collocare il calibro a tampone, o il mandrino nel foro alesato.
  • Misurare con calibro o micrometro le rispettive distanze dagli elementi di riferimento orizzontale e verticale (figura 9).
  • Aggiungere alla misura (o togliere secondo il sistema di controllo adottato) il raggio del mandrino (figura 9).
  • Per mezzo dei tamburi graduati, o meglio con il comparatore, correggere le eventuali differenze.

h) In base al diametro del foro, distribuire il materiale da asportare nel numero di passate convenienti, lasciando mm 0,2-0,3 per la tintura.

i) Sistemare l’utensile per la finitura, iniziare una passata e controllare con il calibro o tampone differenziale.

l) Dopo le eventuali correzioni, eseguire la finitura del foro.

B) Con bareno di sbalzo:

Occorre scegliere la barra di lunghezza minima e di diametro più grande possibile.

NOTA: Con il bareno di sbalzo e con la testa verticale è possibile eseguire alesature su assi ortogonali (figura 6) senza muovere il pezzo.

C) Con bareno sostenuto all’estremità:

m) Fissare leggermente il pezzo sulla tavola e procedere al centraggio del foro operando come segue:

Fissare una punta piegata in un foro del bareno (oppure appoggiare un graffietto sulla barra).

  • Far girare a mano la barra (o il graffietto) manovrando le slitte fino a che le 4 intersezioni della circonferenza con le perpendicolari si trovino centrate.

n) Bloccare rigidamente il pezzo sulla tavola.

o) Procedere come in: c-d-e.

p) Regolare la profondi-la di passata agendo sulla vite di registrazione dell’utensile.

q) Operare come in: h-i-l.

AVVERTENZE

  • Nei lavori in serie con bareno sostenuto si può preparare un anello temprato il cui diametro interno corrisponda a quello del bareno e l’esterno al diametro del foro ultimato. Infilando detto anello sul bareno subito dopo l’utensile si ottiene miglior finitura del foro perché si evitano le vibrazioni.
  • Per non togliere il bareno nel controllo della quota di finitura si può preparare un anello temprato e rettificato con un gradino differenziale di « P » e « NP ». Il diametro interno di questo anello deve permettergli di passare sopra l’utensile per effettuare la misurazione.
  •  Per centrare il bareno con riferimento ad una superficie si può anche usare il « micrometro di profondità » (figura 9).

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