IL MICROCLIMA NELL’AMBIENTE DI LAVORO

il microclima nell’ambiente di lavoro

Gli ambienti di lavoro sono tutti quei luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro.

Con il termine microclima si intende il complesso di parametri ambientali che caratterizzano localmente l’ambiente in cui l’individuo vive e lavora e che congiuntamente a parametri individuali quali l’attività metabolica correlata al compito lavorativo, la resistenza termica del vestiario determinata dalle caratteristiche dell’abbigliamento indossato, condizionano gli scambi termici tra soggetto e ambiente circostante.

LA PROTEZIONE DELLA SALUTE DEI LAVORATORI

Con il termine microclima si intende una gamma di parametri fisici che caratterizzano gli ambienti di vita e di lavoro, e che determinano il benessere termico delle persone.

All’interno degli ambienti di lavoro in cui le fasi produttive richiedono condizioni ambientali estreme è necessario proteggere la salute dei lavoratori modificando, quando è possibile, il ciclo produttivo o realizzando adeguati sistemi di protezione collettiva e individuale.

Una singolare riflessione deve essere rivolta ai luoghi di lavoro all’aperto in cui, durante la stagione estiva o durante l’inverno, i lavoratori possono essere esposti a condizioni climatiche molto estreme.

I settori dell’agricoltura e dell’edilizia, caratterizzati dalla maggiore frequenza di infortuni e malattie professionali, sono particolarmente esposti a queste problematiche anche perché in questi settori è maggiormente diffusa la manodopera irregolare.

IL MICROCLIMA SUL POSTO DI LAVORO

Il microclima sul posto di lavoro è in funzione di una serie di parametri fisici (temperatura, umidità relativa, velocità dell’aria) correlati alle caratteristiche costruttive dell’ambiente.

Si deve provvedere a rendere il microclima degli ambienti lavorativi il più possibile prossimo alla zona del benessere termico:

  • Temperatura tra 17°- 29°C
  • Umidità relativa 30 – 70%
  • Velocità dell’aria non superiore a 0.2 m/s

E’ necessaria una pulizia periodica, soprattutto dei filtri (es. ogni sei mesi), quando sono utilizzati impianti di condizionamento, questo per evitare la formazione di microbatteri e polveri nelle pareti e nei filtri del sistema di condizionamento.

Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.

I PARAMETRI OGGETTIVI E SOGGETTIVI

Definiamo “microclima” il complesso dei parametri fisici che caratterizzano l’ambiente locale e che, assieme a parametri individuali quali l’attività metabolica e l’abbigliamento, determinano gli scambi termici fra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano.

Nella generalità dei luoghi di lavoro, l’attività metabolica è strettamente associata al compito lavorativo da non poter considerare quest’ultimo una variabile.

La valutazione del microclima, richiede la determinazione di:

I PARAMETRI OGGETTIVI (legati all’ambiente)

  • Temperatura dell’aria Ta
  • Temperatura media radiante Tr
  • Umidità relativa U%
  • Velocità dell’aria Va

I PARAMETRI SOGGETTIVI (legati all’individuo)

  • Dispendio energetico metabolico M
  • Resistenza termica del vestiario Iclo
  • Rendimento meccanico del lavoro svolto

IL BENESSERE TERMICO

Un microclima confortevole è quello che suscita nella maggioranza degli individui presenti una sensazione di soddisfazione per l’ambiente, da un punto di vista termo – igrometrico, convenzionalmente identificata col termine “benessere termo – igrometrico”, ma più spesso indicata per brevità come “benessere termico” o semplicemente “benessere” o “comfort”.

  • Aria salubre in quantità sufficiente (ricambi di aria sufficienti)
  • Aria con opportune caratteristiche di temperatura, velocità ed umidità
  • Illuminazione naturale ed artificiale sufficiente

Garantire il comfort microclimatico, significa essenzialmente assicurare:

  • Correnti d’aria
  • Differenze di temperatura
  • Asimmetria radiante

Il tutto, considerando che:

Il microclima di un ambiente di lavoro influenza il livello di concentrazione, la produttività e la comparsa di patologie legate a condizioni di benessere non soddisfacenti.

A tal fine risulta necessario che si verifichino condizioni appropriate a produrre sia comfort di tipo globale, ovvero relativo al corpo umano nel suo complesso, sia comfort di tipo locale, ovvero relativo a specifiche aree corporee.

L’AERAZIONE DEI LUOGHI DI LAVORO CHIUSI

  • Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente anche ottenuta con impianti di areazione.
  • Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante. Ogni eventuale guasto deve essere segnalato da un sistema di controllo, quando ciò è necessario per salvaguardare la salute dei lavoratori.
  • Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell’aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria fastidiosa.
  • Gli stessi impianti devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori.
  • Qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente.

LA TEMPERATURA DEI LOCALI

  • La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.
  • Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell’aria concomitanti.
  • La temperatura dei locali di riposo, dei locali per il personale di sorveglianza, dei servizi igienici, delle mense e dei locali di pronto soccorso deve essere conforme alla destinazione specifica di questi locali.
  • Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro.
  • Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l’ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione.

L’UMIDITA’

Nei locali chiusi di lavoro delle aziende industriali nei quali l’aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, si deve evitare, per quanto è possibile, la formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l’umidità nei limiti compatibili con le esigenze tecniche.

L’umidità dell’aria provoca una sensazione di benessere quando è compresa tra il 30% di umidità relativa (u.r.) (in inverno, per temperature comprese tra 19 e 24 oC) ed il 65% u.r. (in estate, per temperature comprese tra 22 e 28 oC).

I valori più bassi – fino al 20% u.r. – limitati a pochi giorni durante l’anno, e valori più alti – fino al 75% u.r. – sono fisiologicamente accettabili.

L’umidificazione dell’aria non è in generale necessaria, a meno che il clima dei locali debba rispondere ad esigenze particolari. Ciò vale anche durante il periodo di riscaldamento.

L’esperienza ha dimostrato che le lamentele per la presenza di aria troppo asciutta nei locali non dotati di umidificazione sono spesso imputabili a temperature troppo elevate, ad un elevato tasso di ricambio dell’aria con adduzione di aria esterna, alla presenza nell’aria di polvere o di altre sostanze estranee, ad esempio particelle di formaldeide, in quantità elevata.

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