I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DA RADIAZIONI OTTICHE

i dispositivi di protezione individuale da radiazioni ottiche

Tradizionalmente la protezione dalle radiazioni ottiche, almeno nell’industria, è sempre stata considerata una questione infortunistica di scelta del protettore oculare più adatto.

LA PROTEZIONE PERSONALE DEGLI OCCHI

La norma applicabile agli schermi per radiazione incoerente è la UNI EN169 Protezione personale degli occhi. Filtri per saldatura e tecniche connesse. Requisiti di trasmissioni e utilizzazioni raccomandate. Secondo questa norma ad ogni dispositivo è associato un numero di graduazione. E ad un dato numero di graduazione corrispondono valori massimi della percentuale di radiazione trasmessa (fattore di trasmissione) entro un determinato intervallo.

Il costruttore del DPI, stampigliando un certo numero di graduazione sul dispositivo, certifica pertanto che la trasmissione della radiazione in un dato intervallo è inferiore ad un determinato valore percentuale”.

Riguardo allo specifico della protezione del singolo saldatore, “il problema è quello dell’alternanza di intensi lampi di radiazione blu- UV con la necessità di mantenere il controllo visivo del campo di lavoro”. In questo caso è possibile utilizzare “maschere adattative a cristalli liquidi che sono in grado di variare automaticamente il proprio numero di graduazione da 1.7 a 13 in tempi dell’ordine del centinaio di ns” (il nanosecondo è un’unità di tempo pari ad un miliardesimo di secondo.

LA PROTEZIONE PER I SISTEMI DI ILLUMINAZIONE

Riguardo poi ai sistemi di illuminazione degli ambienti di lavoro, i produttori delle lampade forniscono grafici che permettono al più di stimare qualitativamente se lo spettro di emissione di una certa lampada è confrontabile con una situazione di cui siano riportate le misure.

La valutazione di esposizione a radiazioni ottiche richiesta dal D.Lgs 81/2008 può e deve essere affrontata per gradi cominciando ad eliminare alla fonte le situazioni di esposizione indebita.

Il passo successivo può essere costituito da semplici valutazioni quantitative basate sulla conoscenza dello spettro di emissione dichiarato dal costruttore della sorgente.

Intanto per le sorgenti UV-visibili delle quali non è noto con precisione lo spettro e per i quali non è possibile eliminare l’osservazione diretta è indispensabile eseguire misure di irradianza spettrale.

LE MISURE ESEGUITE

Dalle misure eseguite, in rapporto alle condizioni nelle quali sono state eseguite, si può concludere che:

  • L’illuminazione degli uffici realizzata con lampade fluorescenti non presenta rischi di superamento dei limiti di esposizione nemmeno nelle condizioni di osservazione più sfavorevoli.
  • Le lampade di Wood utilizzate per la ricerca di difetti nei metalli possono esporre gli addetti a radiazione UVA di intensità superiore al pertinente limite di esposizione.
  • Presso i forni di cementeria è possibile il superamento dei limiti per l’esposizione a radiazioni IR”.

L’ESTENSIONE DELLE MISURE A TUTTE LE SORGENTI DI RADIAZIONI

In particolare l’estensione e la condivisione dell’analisi a tutte le sorgenti più diffuse, è più che auspicabile anche al fine di individuare le sorgenti per le quali non sono necessarie particolari misure di prevenzione. E le esposizioni nel visibile e nel vicino infrarosso dovute alla lavorazione di materiali incandescenti possono essere valutate assumendo la distribuzione spettrale di corpo nero ed effettuando misure mediante strumentazione relativamente semplice purché in grado di determinare un valore di irradianza integrata con una risposta spettrale nota.

GLI OCCHIALI DI PROTEZIONE PER I SISTEMI LASER

Quando si utilizzano sistemi laser di classe 3R a radiazione invisibile, e di classe 3B e 4 a radiazione visibile o invisibile, tutte le persone presenti devono indossare obbligatoriamente adeguati occhiali di protezione.

Inoltre gli occhiali di protezione laser e i filtri devono essere dimensionati per proteggere la vista dal fascio principale anche se vengono utilizzati solo per la radiazione diffusa”: un protettore oculare ben dimensionato “attenua il raggio laser riportandolo come minimo entro il valore d’esposizione massimo permesso (EMP) per l’irradiazione diretta della cornea.

Non bisogna poi dimenticare che gli occhiali di protezione contro le radiazioni laser non sono universali e devono essere utilizzati solo per quei tipi di laser per i quali sono stati concepiti (campo di lunghezza d’onda; tipo d’uso: cw, a impulsi, a impulsi giganti, ecc..)”.

LE MISURE DI PROTEZIONE IN UN LABORATORIO LASER

Riguardo ai requisiti per un laboratorio laser, le misure di protezione più importanti:

  •  Segnaletica: la zona laser e l’accesso a questa area devono essere segnalati allo stesso modo come le corrispondenti apparecchiature. Sugli accessi alle aree o sugli involucri di protezione che contengono apparecchi laser di classe 3B e classe 4 devono essere affissi segnali di pericolo.
  • Comandi: ogni apparecchio laser deve avere i comandi posizionati in modo da poter essere azionati senza correre alcun rischio e disposti in modo da non esporre l’utilizzatore ai raggi laser.
  • Visualizzazione dello stato di esercizio: se la situazione richiede l’uso di un dispositivo di protezione individuale, lo stato pericoloso di un’apparecchiatura laser deve essere riconoscibile ancor prima di accedere all’area laser.
  • Direzione del fascio: quando possibile, l’intero percorso del fascio deve essere chiuso o schermato e anche la zona di impatto deve essere schermata in modo da limitare al minimo la fuoriuscita di raggi diffusi. Ricordando che con le apparecchiature laser di classe 4 sono ammesse solo installazioni fisse, il laser e tutti gli elementi ottici devono essere fissati in modo da evitare il loro spostamento o ribaltamento accidentale.
  • Illuminazione: è importante disporre di una buona illuminazione perché sovente gli occhiali di protezione attenuano anche la luce visibile. È poi consigliabile installare un regolatore di luminosità per oscurare sufficientemente il locale durante le operazioni di allineamento.
  • Vie di fuga: le apparecchiature presenti nella zona laser devono essere realizzate in modo da consentire in qualsiasi momento la fuga in caso di necessità e le condutture di rete, dell’acqua e le linee di misurazione devono essere fatte passare nella parte alta dei locali di lavoro.

Sempre in relazione a questi laboratori si indica infine che gli oggetti che non fanno parte all’apparecchiatura laser, specialmente se infiammabili, non siano collocati nell’area laser.

LE GRANDEZZE DOSIMETRICHE

Nei paragrafi precedenti sono state descritte le grandezze fisiche descrittive del campo magnetico incidente. La quantizzazione dell’energia assorbita da un sistema esposto avviene attraverso altre grandezze, in particolare:

  1. Densità di corrente: è la corrente indotta da un campo elettromagnetico perpendicolare alla sua direzione, nell’unita’ di superficie , nel corpo umano. L’unità di misura è l’ Ampere/metro quadrato (A/m2). La densità di corrente è utilizzata come quantità dosimetrica per frequenze entro i 10 MHz.
  2. Tasso di assorbimento specifico (SAR): è il tasso temporale a cui l’energia elettromagnetica a radiofrequenza viene impartita ad un elemento di massa di un sistema biologico.
    1. L’unità di misura è il Watt per Chilogrammo (W/kg).
  3. L’assorbimento specifico (SA), definito come il rapporto fra l’energia elementare assorbita in una massa a elementare, contenuta in un volume elementare con una certa densità.
    1. L’unità di misura è il Joule per chilogrammo (J/kg).

L’ International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection (ICNIRP), nella formulazione delle nuove linee guida, ha poi introdotto altre grandezze dosimetriche, come la corrente I, misurata in ampere (A), per il range di frequenza fino a 110 MHz, e la densità di potenza S, misurata in W/m2, nel range di frequenza da 10 a 300 GHz..

I limiti di base per gli effetti acuti e quindi i valori soglia che non devono mai essere superati, sono espressi in termini di grandezze dosimetriche; i livelli di riferimento, che sono invece dei valori limite operativi, sono espressi in termini di grandezze fisiche (campo elettrico, campo magnetico e densità di potenza).

Vi consiglio l’acquisto di questi prodotti: CLICCA QUICLICCA QUA CLICCA QUICLICCA QUA CLICCA QUICLICCA QUACLICCA QUICLICCA QUACLICCA QUI

Questo articolo contiene link di affiliazione icona (Sostienici, Grazie )

La tua donazione significa molto per continuare. Dona/rinnova il tuo sostegno ora. PAYPAL

, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,

No comments yet.

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.