GLI ELEMENTI CHE COMPONGONO LA BUSTA PAGA

gli elementi che compongono la busta paga

In una busta paga di solito si legge solo la cifra in fondo a destra: ossia la retribuzione netta percepita, ma per giungere al netto ci sono tante voci che sono importanti utili a capire come ci si è arrivati, altri aspetti da tener presente, quanti giorni abbiamo ancora di ferie, quali sono stati i versamenti previdenziali (ossia finalizzati alla pensione) o quante tasse abbiamo pagato.

GLI ELEMENTI CHE COMPONGONO LA BUSTA PAGA

Non esiste un modello standard di busta paga e ogni azienda può decidere di strutturarla come meglio crede, ma alcune informazioni devono esserci, come gli elementi che compongono la retribuzione, i dati identificativi del datore di lavoro e del lavoratore, e le trattenute effettuate- La busta paga può essere divisa in tre parti.

LA PRIMA PARTE DELLA BUSTA PAGA

Generalmente, nella prima parte di quasi tutti i prospetti di busta-paga sono raccolti i dati e le informazioni inerenti al lavoratore e al suo rapporto di lavoro con l’impresa. In intestazione, cioè nella parte più alta del cedolino, sono riportati i dati del datore di lavoro. La prima parte contiene tutte le informazioni qualitative del lavoratore le generalità del lavoratore cui si riferisce la busta-paga, complete del numero matricola che corrisponde al numero di iscrizione sul libro aziendale, oltre che al logo dell’Inail.:

  • Codice fiscale.
  • Cognome e nome.
  • La posizione INAIL e INPS.
  • In numero di matricola aziendale.
  • La data di assunzione, la qualifica.
  • Il livello e la percentuale di part-time.
  • Eventuale data di fine rapporto (in caso di contratto a tempo determinato).

IL CONTRATTO APPLICATO CCNL.

  In questa sezione sono indicati anche gli elementi che compongono la retribuzione e precisamente:

  • La paga base (o minimo tabellare) che è determinata dal contratto collettivo in base alla categoria, alla qualifica del lavoratore e agli scatti di anzianità, che sono aumenti periodici della retribuzione stabiliti dai contratti collettivi.
  • La contingenza che è un’indennità, pensata inizialmente per compensare la perdita di potere d’acquisto delle retribuzioni, ma che dal 2001 non è più aggiornata e rimane fissa.
  • L’ E.D.R. (elementi distinto della retribuzione) che è una somma mensile di € 10,33 per tredici mensilità, fissa per tutti i lavoratori del settore privato senza distinzione di qualifica o di contratto collettivo applicato.

LA SECONDA PARTE DELLA BUSTA PAGA

È la parte sostanziale della busta-paga. In questa sezione, il datore di lavoro liquida le spettanze al lavoratore. I criteri retributivi prevedono, generalmente, la retribuzione a ore o a giornate. In questa sezione, dunque, è indicata, in base alle ore o alle giornate lavorate, la retribuzione spettante al lavoratore. Subito dopo le competenze del periodo, la busta-paga espone i vari risultati delle operazioni di tassazione (Irpef) e prelievo contributivo (ritenute Inps). L’imponibile Inps è costituito dalla retribuzione lorda mensile arrotondata; su tale valore, il datore di lavoro determina i contributi dovuti all’Inps complessivamente.

La quota a carico del lavoratore (in genere il 9,19%) che il datore di lavoro è tenuto a trattenere e versare all’Inps, è indicata alla voce ritenute Inps ed è un onere deducibile dall’Irpef, per cui non se ne tiene conto nella formazione del reddito imponibile ai fini fiscali. Quest’ultimo è pari alla retribuzione lorda al netto delle ritenute previdenziali, come indicato. Il datore di lavoro determina la deduzione fiscale applicabile (cosiddetta no-tax-area), quindi calcola l’imposta lorda e, se non ci sono detrazioni (come nell’esempio), la trattiene dalla busta paga (nella voce imposta netta) per riversarla all’erario. Il netto a pagare, alla fine, risulterà pari alla differenza tra le competenze totali e la somma delle ritenute (Inps e Irpef), più o meno arrotondamenti.

La seconda parte della busta paga, quella centrale, specifica la retribuzione effettiva che spetta al dipendente, è composta di varie voci:

  • Le ore ordinarie.
  • I premi.
  • Le ore straordinari.
  • Le indennità la cosiddetta retribuzione indiretta, cioè i giorni di ferie goduti, i permessi, le festività, la malattia, l’infortunio, la maternità ecc..

Secondo particolari periodi, possono essere indicate anche altre somme corrisposte, ad esempio la tredicesima o quattordicesima mensilità, anticipi sul TFR, premi di produttività, etc. Le altre informazioni sono relative al carico fiscale, alla misura delle detrazioni fiscali che ne derivano e agli elementi di paga.

Le voci retributive possono variare; quella che non manca mai è il minimo retributivo. Le voci che sono indicate in questa sezione costituiscono la parte di retribuzione fissa, quella cioè prevista in misura ricorrente per ogni periodo di lavoro. Può essere indicata in misura oraria, giornaliera o mensile. Chiudono questa sezione i dati di presenza al lavoro, vale a dire i giorni lavorati (possono anche essere indicate le ore lavoratore), quelli retribuiti, le festività e ferie fruite, le settimane retributive.

LA TERZA PARTE DELLA BUSTA PAGA

La terza e ultima parte della busta paga, comprende le trattenute fiscali (Irpef), i contributi previdenziali e il trattamento di fine rapporto (T.F.R).:

A) IPERF

L’ultima parte della busta paga riporta invece elementi fiscali come: L’Irpef è un’imposta che è calcolata in base al reddito del dipendente; le aliquote iperf attualmente applicate sono le seguenti:

  • Reddito fino a 15.000 euro, 23%
  • Reddito tra 15.001 fino a 28.000 euro, 25%
  • Reddito tra 28.000 fino a 50.000 euro, 35%
  • Reddito oltre i 50.000 euro, 43%.

Dall’Irpef così calcolata, che è lorda, sono tolte le detrazioni: trattenute fiscali, Irpef calcolata in base al reddito del dipendente e da cui vengono sottratte le detrazioni: da lavoro dipendente, per il coniuge ed i figli minori a carico:

  • Da lavoro dipendente.
  • Per il coniuge a carico.
  • Per i figli minori a carico.

B) I CONTRIBUTI PREVIDENZIALI

I contributi previdenziali sono quelli che il datore di lavoro deve versare all’Inps e all’Inail per la previdenza del dipendente. Ciò per garantire al dipendente la pensione di vecchiaia e di invalidità e trattamenti economici in caso di malattia e di maternità, e assicurazione in caso di disoccupazione, mobilità, assegni familiari.

Una parte di questi contributi è a carico del lavoratore ed è trattenuto in busta paga, di solito la quota a carico del lavoratore è il 9,19%, mentre il datore di lavoro verserà il restante 23,81% (per il totale del 33%).   Questa percentuale può variare per alcuni settori in cui siano pagati maggiori contributi a garanzia di particolari rischi legati all’attività svolta.  

C) IL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO

Infine, è indicata la somma trattenuta per l’accantonamento del T.F.R. che è pari, per ogni anno, all’importo della retribuzione annua diviso 13,5. Alla retribuzione netta in busta paga, vanno aggiunti, se spettanti, gli assegni familiari, che variano in base al reddito. L’assegno familiare  è riconosciuto al dipendente durante il rapporto di lavoro, ma anche in caso di disoccupazione, mobilità, cassa integrazione, malattia, maternità congedo matrimoniale e ai pensionati.

IL PIEDE DELLA BUSTA

Il piede della busta-paga (sezione C) riguarda i progressivi ferie e permessi retributivi. Indicano, in altre parole, le ore o i giorni di ferie e di permessi retribuiti di cui può disporre il lavoratore alla data della busta-paga.

La misura assoluta cui ha diritto il lavoratore è fissata dai contratti di lavoro con riferimento a un anno pieno di lavoro. Pertanto, mese dopo mese di lavoro, egli «matura» un certo ammontare di ferie e di permessi cui può godere all’occorrenza. Ad esempio, se il contratto collettivo prevede il diritto a 26 giornate di ferie e a 82 ore di permessi retribuiti (come in genere avviene), le ferie maturate nel mese corrispondono al rapporto tra 26 (giornate di ferie cui si ha diritto) e 12 (i mesi dell’anno), ossia giorni 2,17.

Se il lavoratore avesse fruito di ferie, sarebbe stata valorizzata la relativa casella (godute nel mese); al riguardo, va posta attenzione per quei contratti collettivi che prevedono la possibilità di praticare in azienda sia la settimana lunga (si lavora da lunedì a sabato) che la settimana corta (da lunedì a venerdì). In questi casi, infatti, bisogna verificare le modalità di determinazione delle ferie, sia in maturazione che in fruizione.

È possibile, per esempio, che il Ccnl faccia riferimento alla settimana lunga; per cui, quando si fruisce di una giornata di ferie si troverà decurtato un valore superiore (al giorno), per la quota corrispondente alla cosiddetta «sesta giornata» (al sabato, non lavorativo). Per quanto riguarda i permessi, questi sono generalmente indicati in ore. Quelli maturati nel mese corrispondono al rapporto tra 82 (ore di permessi cui si ha diritto) e 12 (i mesi dell’anno), ossia 6,84 ore.

La sezione D riguarda il calendario delle presenze. Chiude la busta-paga un calendario con le presenze al lavoro del lavoratore. In genere si tratta di una griglia, suddivisa in 31 colonne (i giorni massimi di un mese) e diverse righe sulle quali sono valorizzate le ore ordinarie di lavoro, quelle di straordinario, quelle supplementari, e altre eventuali voci orarie.

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