GENERALITA’: PRODUZIONE IN SERIE E INTERCAMBIABILITA’ DEI PEZZI
L’industria meccanica moderna è caratterizzata dalla produzione in serie.
Nella produzione in serie, tutti i pezzi di uno stesso tipo devono avere le stesse dimensioni affinché possano essere accoppiati o montati con pezzi corrispondenti senza necessità di ritocchi o aggiustaggi.
I pezzi che sodisfano a queste esigenze sono detti intercambiabili.
Oltre alla loro dimensioni, devono essere uguali anche le caratteristiche geometriche (planarità, cilindricità, parallelismo, ecc..) delle loro parti.
Perché i pezzi siano intercambiabili occorre che siano fabbricati con precisione.
Data l’impossibilità di realizzare le dimensioni con precisione assoluta, un pezzo meccanico è considerato preciso quando le sue dimensioni sono realizzate entro limiti stabiliti in fase di progettazione.
Alle dimensioni nominali si devono aggiungere i limiti entro i quali le dimensioni effettive del pezzo costruito potranno variare rispetto alle dimensioni nominali.
DIMENSIONE NOMINALE
La dimensione nominale è il valore teorico, viene stabilito dal progettista e viene riportata sul disegno del pezzo da costruire.
DIMENSIONE EFFETTIVA
La dimensione effettiva è quella realizzata al termine della lavorazione.
La dimensione potrà accostarsi alla dimensione nominale, con approssimazione tanto maggiore quanto più:
- Efficienti sono la macchina e l’utensile
- Quanto più abile è l’operatore
- Quanto più precisi sono gli strumenti di misura
DIMENSIONE LIMITE MASSIMA E MINIMA
Si è visto che per garantire la funzionalità e l’intercambiabilità di un pezzo non è sufficiente stabilire la sua dimensione nominale accanto alla sua dimensione effettiva (in fase di progettazione) devono essere indicate anche le dimensione limite massima e la dimensione limite minima consentite per il pezzo limite in lavorazione.
- DMax = Dimensione limite massima
- DMin = Dimensione limite minima
Se la lunghezza del pezzo è maggiore di 50,1 o minore di 49,9 il pezzo è da ripassare se maggiore, o da scartare se è minore.
TOLLERANZA
La differenza tra la dimensione massima e minima ammessa dal progetto costituisce il campo di tolleranza o tolleranza di lavorazione.
Tanto più ristretto è il campo di tolleranza tanto più e la precisa è la lavorazione richiesta.
Nel disegno del pezzo in figura è prevista accanto alla dimensione nominale (50) anche l’indicazione ± 0,1 , che costituisce la tolleranza di lavorazione fissata dal progettista.
STRUMENTI DI CONTROLLO FISSO
La definizione di campo di tolleranza consente:
- L’intercambiabilità dei pezzi
- Rende più semplice e meno costosi i controlli durante la lavorazione in serie
Un lato del calibro ha un’apertura uguale alla misura massima (lato passa).
L’altro lato ha un’apertura uguale alla misura minima consentita e i pezzi debbono essere tutti più lunghi di essa (lato non passa).
La differenza tra le due aperture è uguale alla tolleranza.
Tutti gli alberini che passano in entrambi i calibri sono da scartare perché troppo corti. Tutti gli alberini che non passano in nessuno dei due casi sono da ritoccare.
Tutti gli alberini che passano in uno dei calibri e non nell’altro rispondono alle condizioni richieste e pertanto sono accettabili.
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