LA RIFORMA DELL’IPERF PER L’ANNO 2024

la riforma dell’iperf per l’anno 2024

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto attuativo attraverso il quale ha introdotto la revisione Irpef 2024, ossia l’imposta sul reddito delle persone fisiche, rispettando quanto previsto dalla Delega Fiscale. Fra le principali novità troviamo: 3 aliquote anziché 4, meno detrazioni fiscali (con modifiche al meccanismo della franchigia di 260 euro), la modifica alla no tax area per lavoratori dipendenti e pensionati) e per finire alcune novità sul taglio al cuneo fiscale (anche se quest’ultima è collegata ai contributi previdenziali).

Una delle prime modifiche riguarda l’Irpef, dove gli attuali quattro scaglioni e aliquote verranno ridotti a tre, in preparazione a un possibile passaggio a una “flat tax” per tutti nel 2024. La riforma fiscale viene inaugurata con una modifica temporanea: solo per il 2024 l’IRPEF si calcola su tre aliquote. La novità è contenuta in uno dei primi due decreti legislativi di attuazione approvati durante il Consiglio dei Ministri del 16 ottobre ed è complementare al taglio del cuneo fiscale e contributivo.

LA RIFORMA DELL’IPERF PER L’ANNO 2024 

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La riforma fiscale del governo è stata approvata in Consiglio dei ministri: l’Irpef passa a tre aliquote dal 2024, con un leggero guadagno per i redditi bassi, ma vengono tagliate le detrazioni fiscali sopra ai 50mila euro.

L’imposta sul reddito delle persone fisiche, ricordiamolo, è regolata dal Testo unico delle imposte sui redditi (DPR 22 dicembre 1986 n. 917) e si applica sui redditi che rientrano in alcune categorie individuate dalla legge (redditi fondiari, redditi di capitale, redditi di lavoro dipendente, redditi di lavoro autonomo, redditi di impresa, redditi diversi).

L’IRPEF è una imposta progressiva in quanto colpisce il reddito, con aliquote crescenti che dipendono dagli scaglioni di reddito stesso. L’imponibile e l’imposta da versare sono determinati, rispettivamente, al netto degli oneri deducibili e delle detrazioni per oneri.

Il Dlgs approvato il 16 ottobre in Consiglio dei Ministri con l’art 1 Revisione della disciplina dell’imposta sul reddito delle persone fisiche prevede di accorpare i primi due scaglioni in uno scaglione con redditi fino a 28.000 euro.

Uno degli obiettivi del presidente del Consiglio e di tutto il Governo è quello di confermare il taglio del cuneo fiscale di 7 punti a cui si pensa di aggiungere anche una rimodulazione delle imposte sul reddito delle persone fisiche.

IL TAGLIO DELLE DETRAZIONI FISCALI

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Nello stesso testo di legge, il governo ha anche inserito il taglio delle detrazioni fiscali. A partire dal gennaio 2024, per i contribuenti che superano i 50mila euro di reddito la detrazione dall’imposta lorda è diminuito di 260 euro. Si tratta di un tentativo di riequilibrare la situazione dopo l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, affinché la misura favorisca solo i redditi bassi.

Le aliquote, dal 2024, passeranno da quattro a tre. Contestualmente verranno tagliate le detrazioni fiscali sopra ai 50mila euro: il senso di questo secondo passaggio non è quello di finanziare la misura – come si era detto in un primo momento – ma di evitare che la rimodulazione delle aliquote e l’accorpamento dei due scaglioni più bassi finisca per favorire chi guadagna di più. L’ampliamento del primo scaglione infatti, anche se a cascata, si riflette anche sui redditi più alti.

Per il prossimo anno è previsto un risparmio medio mensile di 22 euro, che si sommano a ai guadagni che derivano dalla conferma del taglio del cuneo fiscale e contributivo previsto dal Disegno di Legge di Bilancio. Solo per il 2024 l’IRPEF avrà tre aliquote: la novità è contenuta in uno dei primi due decreti di attuazione della riforma fiscale, approvata insieme al Disegno di Legge di Bilancio il 16 ottobre. Le modifiche interesseranno lo scaglione di reddito tra i 15.001 e i 28.000 euro a cui si applicherà l’unica aliquota del 23 per cento per un risparmio mensile che arriva a un massimo di 22 euro circa.

LA RIMODULAZIONE DEI NUOVI SCAGLIONI 

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È stato approvato il 16.10.23 il Dlgs attuativo della revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche secondo quanto previsto dalla Delega Fiscale.

Il legislatore ha introdotto una serie di disposizioni relative all’imposta sul reddito delle persone fisiche il cui intento è quello di andare a rimodulare – solo e soltanto per il 2024 – le aliquote e i vari scaglioni di reddito che dovranno essere applicate nel momento in cui si andrà a determinare l’imposta lorda. In merito alla revisione della disciplina dell’IRPEFsi interviene con disposizioni volte a rimodulare, per il solo anno 2024, le aliquote e gli scaglioni di reddito da applicarsi in sede di determinazione dell’imposta lorda.In particolare, si prevede una riduzione a tre degli scaglioni di reddito e delle corrispondenti aliquote progressive di tassazione del reddito delle persone fisiche, così come segue:

  • 23 per cento per i redditi fino a 28.000 euro.
  • 35 per cento per i redditi superiori a 28.000 euro e fino a 50.000 euro.
  • 43 per cento per i redditi che superano 50.000 euro.

Sempre per il 2024, si innalza da 1.880 a 1.955 euro la detrazione prevista per i titolari di redditi da lavoro dipendente (esclusi i redditi da pensione) e di alcuni redditi assimilati fino a 15.000 euro.In tal modo, si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi da lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati. In conseguenza di tali interventi, si modificano le norme relative al requisito per la corresponsione ai lavoratori dipendenti del trattamento integrativo, in modo da assicurare il mantenimento delle condizioni oggi previste.

IL RISPARMIO SULL’IPERF PER IL 2024

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Si stima che l’accorpamento delle prime due aliquote porterà un risparmio sull’iperf. Di fatto l’operazione di revisione porta una riduzione dal 25 al 23 per cento dell’aliquota applicabile ai redditi tra 15.001 euro e 28.000 euro con un risparmio crescente e proporzionale.

In altre parole, fino a 15.000 euro non ci sarà alcun vantaggio. Il guadagno parte da 15.001 e arriva fino a un massimo di 20 euro al mese in caso di redditi pari o superiori a 28.000 euro.

Dal gennaio 2024 entrerà in vigore la riforma dell’Irpef: le aliquote passeranno da quattro a tre, con un accorpamento del primo scaglione. La situazione attuale è la seguente:

  • Redditi fino a 15mila euro, aliquota del 23%.
  • Redditi tra i 15mila e i 28mila euro, aliquota del 25%.
  • Redditi tra i 28mila e i 50mila euro, aliquota del 35%.
  • Redditi superiori ai 50mila euro, aliquota del 43%.

Dopo l’entrata in vigore della riforma del governo, ovvero da gennaio 2024, l’Irpef seguirà questo schema:

  • Redditi fino a 28mila euro, aliquota del 23%.
  • Redditi tra i 28mila e i 50mila euro, aliquota del 35%.
  • Redditi superiori ai 50mila euro, aliquota del 43%.

In sostanza, il primo scaglione viene accorpato, con la conseguenza che i redditi tra i 15mila e i 28mila euro pagheranno due punti in meno di Irpef, passando dal 25% al 23%. Conti alla mano, questo cambiamento potrebbe valere intorno ai 20 euro netti al mese.

DI QUANTO AUMENTANO GLI STIPENDI

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260 euro di risparmio si riscontrano anche per redditi superiori a 28.000 euro. Si osserva che la convenienza di questo meccanismo a tre aliquote Irpef e a tre scaglioni di reddito, consente ai percettori di redditi al di sopra di 15.000 euro di beneficiare di un risparmio, in termini di imposte, di 20 euro in corrispondenza di 16.000 euro lordi all’anno, aumentando, poi, di 40 euro per ogni 2.000 euro di reddito in più all’anno.

Il massimo della convenienza che si può raggiungere dal taglio delle aliquote Irpef è di 260 euro all’anno. Il taglio consentirebbe ai lavoratori alle dipendenze di avere un risparmio mensile di 20 euro che andrebbero ad aggiungersi ai 100 euro di media che si risparmiano, al mese, con il taglio del cuneo contributivo, prossimo alla conferma anche per il 2024. Simulando l’impatto delle riforme in busta paga si nota che la prima ipotesi di modifica andrebbe a favorire maggiormente le fasce di reddito medio – alte.

Ad esempio, un contribuente con un reddito complessivo annuo di 40 mila euro si fa carico attualmente di un’Irpef lorda pari a 10.900,00 euro. Grazie al ritocco delle aliquote beneficerebbe di una riduzione di 700 euro annui.

Aumentando il reddito a 55.000 mila euro vediamo che il guadagno, sempre intervenendo sul secondo e terzo scaglione Irpef, sarebbe di 1.500 euro annui.

Un ritocco invece del primo e secondo scaglione (come previsto nell’altra ipotesi di riforma) porterebbe un beneficio soprattutto ai redditi bassi e medio – bassi.

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