LE MISURE DELLA RIFORMA FISCALE PER IL 2024

le misure della riforma fiscale per il 2024

Il Governo Meloni ha annunciato le misure di riforma Fiscale e della Manovra 2024 riguardo il taglio del cuneo fiscale attraverso l’esonero contributivo del 6 o 7%, le aliquote Irpef 2024, la detrazione per lavoro dipendente maggiorata nel 2024, il nuovo trattamento integrativo.

Vediamo come cambia la busta paga dei lavoratori con redditi fino a 15 mila euro confrontando il calcolo del netto in busta paga di gennaio 2024 (detrazione lavoro dipendente maggiorata ed esonero contributivo 7%) rispetto a quelli di luglio 2023 (detrazione lavoro dipendente non maggiorata ed esonero contributivo 7%) e gennaio 2023 (detrazione lavoro dipendente non maggiorata ed esonero contributivo ridotto del 3%).

LE MISURE DELLA RIFORMA FISCALE PER IL 2024

La nuova Irpef a tre aliquote che, nelle intenzioni del governo dovrebbe andare a regime con la legge di Bilancio 2024, avrà nuovi scaglioni che determineranno a chi davvero conviene questa riforma fiscale e di quanto. C’è da precisare che i tre scaglioni saranno in vigore solo per il prossimo anno e a beneficiare della nuova impostazione non saranno i redditi bassi, ma solo quelli al di sopra dei 15.000 euro.

La riforma fiscale attuata per mezzo delle aliquote Irpef comporterà l’accorpamento della prima aliquota con la seconda, nonché del primo scaglione con il secondo. Ciò significa che l’aliquota sarà unica da 0 a 28.000 euro lordi di reddito all’anno, o meglio da 8.000 a 28.000 euro, considerando la no tax area.

LA NUOVA IPERF A TRE ALIQUOTE

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Sono soggetti passivi IRPEF le persone fisiche residenti e non residenti nel territorio dello Stato. L’IRPEF si applica sul reddito complessivo del soggetto. L’imposta lorda si calcola applicando al reddito complessivo, al netto degli oneri deducibili, le aliquote per scaglioni. L’IRPEF dovuta dal contribuente è determinata sottraendo dall’imposta lorda le detrazioni previste dalla normativa (ad esempio la detrazione per il coniuge, i figli e altri familiari a carico, le detrazioni riconosciute a fronte di alcune tipologie di spese sostenute durante l’anno – salute, istruzione, interessi per il mutuo dell’abitazione, etc.). Inoltre, vanno sottratti i crediti d’imposta spettanti.

La nuova legge prevede una riduzione del cuneo fiscale per i contribuenti con redditi fino a 35.000 euro lordi all’anno, insieme all’accorpamento delle prime due aliquote dell’IRPEF al 23% per redditi fino a 28.000 euro.

Questo significa un passaggio da quattro a tre aliquote, con un’attenzione particolare ai redditi intermedi tra 25.000 e 35.000 euro. Queste misure avranno un impatto diretto sulle buste paga dei lavoratori.

Novità in arrivo in tema di riforma fiscale dalla legge di Bilancio 2024 in merito alla nuova iperf, con una nuova impostazione delle aliquote e degli scaglioni ma solo per il prossimo anno. Infatti, nelle intenzioni del governo c’è la possibilità che le aliquote scendano di numero da quattro a tre e, in eguale modo, anche gli scaglioni di reddito. Per effetto della variazione, i redditi da 0 a 15.000 euro sarebbero uniti al secondo scaglione che va da 15.001 a 28.000 euro, creando un unico scaglione con aliquota del 23 per cento. A risparmiare sull’aliquota sarebbe la fascia da 15.001 a 28.000 euro, destinataria ad oggi di un’aliquota del 25 per cento. La nuova impostazione, inoltre, considererebbe il secondo scaglione da 28.001 a 50.000 euro con aliquota Irpef del 35 per cento, mentre oltre i 35.000 euro lordi l’aliquota corrispondente sarebbe del 43 per cento.

IL TAGLIO CUNEO CONTRIBUTIVO E RIFORMA FISCALE

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La nuova Irpef nella riforma fiscale del prossimo anno, consentirebbe ai contribuenti di poter ottenere risparmi – in termini di minore imposta Irpef da versare – soprattutto per quanto riguarda le fasce medie (e in parte basse) di redditi al lordo. Considerando che l’eventuale ex primo scaglione da 0 a 15.000 euro non avrebbe alcuna variazione di imposte da pagare, la convenienza arriverebbe per la classe di reddito che va a inglobare il primo scaglione, ovvero chi percepisce redditi lordi all’anno tra 15.001 e 28.000 euro. Per questa fascia di reddito il risparmio a livelli di reddito pari a 16.000 euro è pari a 20 euro all’anno, ma è destinato a salire con l’aumentare del reddito. Infatti, a 18.000 euro, il risparmio è di 60 euro all’anno; a 20.000 euro di reddito, si risparmiano 100 euro all’anno; a 22.000 il taglio di imposte è di 140 euro; a 24.000 la minore imposta è di 180 euro; a 26.000 si risparmiano 220 euro e a 28.000 euro se ne risparmiano 260 euro.

Non a caso, in presenza di un reddito complessivo di 19 mila euro l’Irpef lorda passerebbe dagli attuali 4.450,00 euro a 4.370,00 euro annui, con un risparmio di 80,00 euro. Identico discorso per un contribuente con un reddito complessivo di 25 mila euro.

Ricordiamo che l’Irpef, ossia l’imposta sul reddito delle persone fisiche, viene regolamentata direttamente dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi. Viene applicata sui redditi che rientrano in alcune categorie che sono state individuate dalla legge. Tra questi rientrano i redditi fondiari, di capitale, da lavoro dipendente, di lavoro autonomo, impresa e diversi. Ricordiamo che l’Irpef è, a tutti gli effetti, un’imposta progressiva, con delle aliquote crescenti, che dipendono dagli scaglioni dello stesso reddito.

A livello di limiti di reddito, il taglio del cuneo fiscale per la quota contributiva si applicherà nel rispetto del tetto di 35.000 euro annui, ossia 2.692 su base mensile.

Guardando al valore del bonus in busta paga riconosciuto dal 1° gennaio 2024, il taglio dei contributi sarà pari al:

  • 6 per cento per i titolari di retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non superiore all’importo mensile di 2.692 euro.
  • 7 per cento per i titolari di retribuzione imponibile, parametrata su base mensile per tredici mensilità, non superiore a 1.923 euro (25.000 euro annui).

L’AUMENTO DI STIPENDIO IN BUSTA PAGA

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Sono diverse le novità attese sul fronte degli stipendi grazie alla riforma fiscale e alla Manovra 2024. Oltre alla conferma del taglio al cuneo fiscale, come da intenzione del governo guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, gli stipendi dei dipendenti dovrebbero salire anche per effetto delle novità previste dalla riforma del Fisco. Gli effetti benefici in busta paga dovrebbero derivare, quindi, dalla combinazione delle misure del taglio contributivo e dell’accorpamento del secondo scaglione IRPEF. Come precisato dalla Presidenza del Consiglio, il taglio del cuneo è un aumento in busta paga che mediamente corrisponde a circa € 100 al mese per una platea di circa 14 milioni di cittadini.

COME FUNZIONA IL BONUS IN BUSTA PAGA DEI DIPENDENTI

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Ai lavoratori dipendenti titolari di redditi fino alla soglia di 35.000 euro sarà riconosciuto anche per il 2024 il taglio del cuneo fiscale, ossia l’esonero contributivo già spettante a partire dal mese di luglio 2023.

Nel testo della legge di bilancio 2024 approvata dal Governo il 16 ottobre viene quindi confermato il bonus contributivo del 6 e del 7 per cento.

Soggetti beneficiari del bonus in busta paga saranno, anche per le retribuzioni riconosciute dal 1° gennaio 2024, tutti i lavoratori dipendenti di datori di lavoro pubblici e privati, anche se non assumono la qualifica di imprenditore.

Il bonus in busta paga, qualora dovessero essere replicate le regole applicative già previste per l’anno in corso, è quindi riconosciuto a tutti i rapporti di lavoro dipendente, ivi inclusi quelli di apprendistato, mentre restano esclusi i lavoratori domestici.

CHI CI GUADAGNA

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Ad esclusione della no tax area, per chi guadagna fino a 15mila euro all’anno di fatto la riforma non cambierà nulla, dal momento che l’Irpef si conferma al 23%. Il guadagno è per chi supera la soglia dei 15mila euro. Ad esempio, un lavoratore con reddito da 25 mila euro non pagherà più il 23% sui primi 15mila euro e il 25% sul restante guadagno di 5mila euro, bensì un’unica aliquota del 23%. In sostanza, un reddito entro i 28 mila euro risparmierà il 2% di Irpef. Per i redditi più bassi si preannuncia dunque un piccolo risparmio, ma il vero vantaggio riguarda i redditi tra i 28mila e i 50mila euro (e non oltre). Superata la soglia, infatti, il taglio delle detrazioni fiscali che scatta andrà ad azzerare il vantaggio generato. In questo senso, più cresce il reddito e più diminuiscono i benefici fiscali.

L’OBIETTIVO A LUNGO TERMINE DEL GOVERNO

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Non ci sono riferimenti nella Delega per la Riforma fiscale, ma la maggioranza ha espresso la volontà di voler percorrere una strada che porti al perseguimento dell’equità orizzontale. Cosa significa? Per equità orizzontale si intende il pagamento di imposte che siano uguali per tutte le categorie di reddito: Pensionati, Lavoratori autonomi, Lavoratori dipendenti.

Raggiungere un obiettivo del genere non è affatto semplice. La chiave giusta è quella di unificare la no tax area per tutti. Attualmente, la soglia è diversa per i pensionati, per gli autonomi e i dipendenti, ma dovrà diventare la stessa per tutti. Quale sarà il limite entro cui l’Irpef non deve essere dovuta? Ancora, a questa domanda, non ci sono risposte.

Per raggiungere l’equità orizzontale, si pensa di prevedere una deduzione dei costi per la produzione del lavoro, di una tassazione unica e sostitutiva per gli straordinari, le tredicesime e i premi di produttività anche per i lavoratori dipendenti, così come accade per i lavoratori autonomi.

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