IL CONCETTO DI ARIA SALUBRE E L’INQUINAMENTO

il concetto di aria salubre e l’inquinamento

Il rischio microclima nei luoghi di lavoro viene trattato nel titolo VIII e nell’allegato IV del titolo II del D.lgs. 81/08. Le modalità con cui effettuare la valutazione del rischio non sono però indicate in un specifico Capo del testo di legge.

Il testo unico fa riferimento al concetto di aria salubre.

E’ compito del Datore di Lavoro, assicurare la sufficiente quantità di aria salubre per ciascun lavoratore, attraverso il contenimento dell’inquinamento indoor ed attraverso la somministrazione degli opportuni ricambi orari di aria.

LE CONDIZIONI MICROCLIMATICHE NEL TESTO UNICO

La definizione delle condizioni microclimatiche ideali, è una delle situazioni per le quali nel testo unico non sono contenute indicazioni chiare e definite.

Nella pratica, mettendo assieme le indicazioni provenienti dalle leggi e dalle norme tecniche, si deve fare attenzione a curare i seguenti aspetti:

  • Assicurare temperature, valori di umidità e velocità dell’aria “accettabili” (ossia valori ragionevolmente soddisfacenti)
  • Evitare di sottoporre i lavoratori a fastidiose correnti di aria
  • Evitare che i lavoratori siano sottoposti a continui sbalzi termici
  • Pulire e sanificare i condizionatori periodicamente
  • Permettere ricambi d’aria in un numero sufficiente
  • Evitare che si possano avere inquinamenti indoor (con procedure che evitino di fumare, di utilizzare suppellettili che accumulino polvere di vario tipo) e considerare patologie o predisposizioni personali (allergie, cardiopatie, ecc..).

LE CONDIZIONI MICROCLIMATICHE DAL PUNTO DI VISTA IMPIANTISTICO

Dal punto di vista impiantistico, gli interventi possono essere:

  • Adozione di sistemi di apertura e chiusura dei portoni che riducano al minimo gli scambi termici tra l’esterno e l’interno (porte a barriera/lamina d’aria) per evitare inutili raffreddamenti invernali e riscaldamenti estivi.
  • Posizionamento delle postazioni fisse di lavoro, a distanza dalle porte che si affacciano su ambienti esterni o lontane da importanti sorgenti radianti.
  • Interposizione di schermi che evitino l’esposizione diretta del soggetto alla radiazione emessa da superfici molto calde o molto fredde interne o esterne all’ambiente.
  • Controllo del carico termico interno degli ambienti: presenze eccessiva di macchine/persone/attività apportano energia termica che l’impiantistica può non essere più in grado di controllare.
  • Riduzione (o, talvolta, aumento) delle velocità dell’aria con appropriati ventilatori e anemostati con bilanciamento delle portate d’aria nei diversi locali e regolazione delle direzioni del flusso.
  • Oltre alle misure di carattere tecnico possono infine essere adottate misure a carattere procedurale, che si debbono integrare con i percorsi di informazione e formazione degli operatori.

Le situazioni che rendono utile l’adozione di procedure sono estremamente diverse e possono ad esempio riguardare le tempistiche di attivazione degli impianti, in funzione delle tempistiche di accesso dei lavoratori negli ambienti o le occasioni e le modalità di utilizzo degli apprestamenti di controllo dei parametri termo-igrometrici.

ATTENZIONE:

Negli ambienti termici moderati, fatta eccezione per interventi su comportamenti individuali che vanno contro il “buon senso”, le modifiche all’abbigliamento non devono essere utilizzate come strumento di controllo del microclima, se non come extrema ratio in casi particolari.

L’INQUINAMENTO INDOOR

Nasce quello che nella prassi viene chiamato inquinamento indoor.

La qualità dell’aria negli ambienti interni dipende da molteplici fattori:

  • Sorgenti inquinanti esterne: provenienti dall’atmosfera, dalle acque o dal suolo
  • Attività umane: generano inquinamento dovuto ai normali processi metabolici, agli animali domestici, al fumo di tabacco, alla cottura dei cibi, all’uso di detersivi e detergenti vari
  • Inquinamento prodotto dall’ambiente fisico interno: emissione da parte dei materiali da costruzione e degli arredi
  • Inquinamento derivante da sistemi impiantistici di condizionamento dell’aria, di combustione e dalle diverse apparecchiature, sia domestiche che per l’ufficio

Possiamo partire dalla considerazione che, nei paesi industrializzati le persone trascorrono all’interno degli edifici (ambienti chiusi) oltre l’80% del loro tempo e di questo tempo, il 40% è trascorso all’interno dei luoghi di lavoro.

Esistono quindi fondati sospetti che siano maggiori i rischi sanitari associabili all’inquinamento interno, rispetto all’inquinamento esterno.

LA QUALITA’ DELL’ARIA INDOOR

La qualità dell’aria indoor (Indoor Air Quality-IAQ) si riferisce all’aria interna che si respira negli ambienti confinati, quali:

  • Abitazioni
  • Uffici pubblici e privati
  • Strutture comunitarie (ospedali, scuole, uffici, caserme, alberghi, banche)
  • Ambienti destinati ad attività ricreative e sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi, strutture sportive)
  • Mezzi di trasporto pubblici e/o privati (auto, treno, aereo, nave, etc).

Gli ambienti di tipo industriale non rientrano nella definizione di ambienti confinati (o indoor) in quanto la qualità dell’aria interna è strettamente correlata al tipo di attività produttiva svolta ed è sottoposta a controlli eleggi specifiche.

L’aria indoor proviene dall’aria atmosferica esterna (outdoor) ed entra negli ambienti confinati attraverso la ventilazione (naturale e/o artificiale).
Negli ambienti chiusi o semichiusi l’ossigeno presente nell’aria (interna) viene gradatamente consumato, mentre con la respirazione e la traspirazione umana sono immessi nell’aria alcuni componenti quali: vapore acqueo, anidride carbonica (CO2) e diverse sostanze organiche.

In assenza di adeguata ventilazione, la qualità dell’aria interna tende ad alterarsi, come conseguenza della presenza e dell’accumulo di sostanze inquinanti: sostanze con caratteristiche tali da modificare la normale composizione o stato fisico dell’aria e alterarne la salubrità (aria viziata). L’”aria viziata” si riconosce istintivamente con l’odorato. L’aria pulita invece non ha odore e non è percepita dagli occupanti.

Con la ventilazione è possibile rinnovare l’aria viziata di un ambiente, sostituendola con aria più pulita e diluire la concentrazione delle sostanze nocive prodotte da fonti interne; inoltre è possibile eliminare anche il vapore acqueo in eccesso. La ventilazione degli ambienti svolge quindi un ruolo importante nel garantire una buona qualità dell’aria interna e l’umidità relativa (o grado igrometrico) fornisce indicazioni utili sulla ventilazione di un ambiente.

Negli edifici caratterizzati da ventilazione naturale, l’aria esterna penetra attraverso aperture esistenti nell’involucro edilizio, come giunti o crepe nei muri, interstizi attorno agli infissi (infiltrazione) e attraverso l’apertura di porte e finestre. L’aria esterna può essere introdotta in un ambiente chiuso attraverso i sistemi di ventilazione meccanica (o forzata) che possono svolgere anche le funzione di riscaldare o raffreddare l’ariainterna, a seconda della stagione (sistemi di termoventilazione).

LA QUALITA’ DELL’ARIA INDOOR “IAQ”

La qualità dell’aria indoor “IAQ” ha visto, nel corso degli ultimi anni, un progressivo peggioramento, sia in termini di numero e di concentrazione di sostanze inquinanti aero disperse con relative ricadute negative per gli effetti sulla salute.

Tali mutamenti sono da attribuire a due ordini di motivi: uno di tipo “politico” ed uno di tipo “strutturale:

  • Il primo motivo è da attribuire alla emanazione di legge che, per sopravvenute priorità di risparmio energetico, ha indotto ad adottare scelte costruttive che limitando gli scambi termici verso l’esterno riducono anche i ricambi d’aria.
  • Il secondo motivo, pressoché parallelo al primo, è da attribuire all’utilizzo di nuovi materiali per l’edilizia e per gli arredi, incremento del condizionamento che, per recuperare una quota parte dell’energia termica, adottano un ricircolo dell’aria. Esistono quindi fondati sospetti che siano maggiori i rischi sanitari associabili all’inquinamento interno, rispetto all’inquinamento esterno: si pensa che il 40% delle assenze da lavoro per malattia sia dovuto a problemi di qualità dell’aria interna degli uffici.

LE FONTI DEGLI INQUINANTI

  • Inquinanti microbiologici
  • Impianti di condizionamento
  • Particolato inalabile
  • Fumo di tabacco
  • Suolo, acque e materiali di costruzione
  • Radon
  • Aria esterna, strumenti elettrici ad alto voltaggio
  • Ozono (O3)
  • Sistemi di riscaldamento e fumi di tabacco
  • Ossido di carbonio (CO)
  • Fumo di tabacco Abitudine al fumo degli occupanti
  • Formaldeide Arredamenti
  • Arredamenti, fumo, prodotti perla pulizia, isolanti
  • Composti organici volatili
  • Antiparassitari Legno
  • Anidride carbonica (CO2) Respirazione e combustioni
  • Asbesto e fibre minerali Materiali da costruzioni

LE PROBLEMATICHE

A fronte della presenza di queste sostanze, possono insorgere due principali tipologie di problematiche:

  • Building Related Illness (BRI) “Malattia correlata all’edificio”.
  • Sick Building Syndrome (SBS) “Sindrome dell’edificio malato” (alveoliti allergiche, infezioni da virus e funghi, asma bronchiale, febbre da umidificatori, febbre di Pontiac e legionellosi).

Le patologie appartenenti a questo gruppo, sono caratterizzate da una bassa incidenza fra gli occupanti, con manifestazione di tipo allergico o tossico-infettivo disturbi di tipo prevalentemente irritativo, a carico delle mucose delle congiuntive e delle prime vie aeree e da manifestazioni riguardanti l’apparato respiratorio, digerente, cardiovascolare, osteomuscolare, nervoso e cutaneo.

Un indicatore di qualità indiretto dell’aria all’interno di un ambiente chiuso, può essere rappresentato dalla concentrazione di CO2.

L’accettabilità della qualità dell’aria indoor, quello per il quale vi è una concentrazione di CO2 interna tra i 1000 pm e ii 1500 pm.

Questa differenza inoltre, corrisponde a condizioni di ventilazione ritenute disagevoli da circa il 20% delle persone presenti.

L’importanza di questo numero potrà essere più chiara, più in là, introducendo il principio della norma tecnica UNI EN ISO 7730.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE IL RICAMBIO D’ARIA NEI LOCALI

Alla base di tutto, naturalmente, c’è la necessità di garantire la sicurezza e la salute delle persone che vivono o lavorano negli stessi luoghi e condividono gli spazi, ma anche l’importanza di migliorare e garantire l’efficienza sui luoghi di lavoro e ovviamente anche il rispetto delle normative che regolamentano proprio la sicurezza sul lavoro.

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