GLI EFFETTI ALL’ESPOSIZIONE AI CAMPI ELETTROMAGNETICI

gli effetti all'esposizione ai campi elettromagnetici

Nell’ambiente che ci circonda non tutto si vede o si percepisce con i cinque sensi. A volte ci si accorge della presenza di qual cosa, solo perché ne avvertiamo le conseguenze.

Se, ad esempio, urtiamo un oggetto che si trova su un tavolo o su una mensola esso cadrà per effetto della forza di gravità. Questa forza non può essere vista, ma c’è e il suo effetto è quello di far cadere in basso un oggetto che si trova in una posizione più alta.

Nella stessa maniera noi non possiamo vedere i campi elettromagnetici, che da sempre sono presenti in natura, ma moltissime delle nostre azioni quotidiane non potrebbero essere compiute senza di loro: la radio, la televisione, i telefonini sono alcuni degli oggetti che funzionano grazie ai campi elettromagnetici.

L’INFLUENZA DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI SULL’UOMO

L’uomo risente dell’esposizione ai campi elettromagnetici. Esiste una certa influenza dei campi elettromagnetici sui processi fisiologici delle cellule umane. Essi non hanno energia sufficiente a determinare la ionizzazione delle molecole, perciò le radiazioni non ionizzanti sono incapaci di danneggiare o di interagire con il corpo umano se non attraverso il riscaldamento dei tessuti e l’induzione di correnti e piccole scariche elettriche.

Il calore prodotto dalle microonde penetra in misura rilevante nei tessuti interni, scavalcando i meccanismi naturali d’allarme costituiti dai ricettori termici che si trovano sull’epidermide del nostro corpo. Pertanto sono possibili innalzamenti di temperatura delle parti interne del nostro corpo senza che la persona ne abbia la percezione. Questi innalzamenti di temperatura, si traducono in disturbi ed alterazioni a livello fisiologico.

COSA SUCCEDE QUANDO SI È ESPOSTI AI CAMPI ELETTROMAGNETICI

L’esposizione a campi elettromagnetici non è un fenomeno nuovo. Tuttavia, durante il ventesimo secolo, l’esposizione ambientale a campi elettromagnetici di origine umana è costantemente aumentata in quanto la crescita della domanda di elettricità, il continuo avanzamento delle tecnologie ed i cambiamenti nei comportamenti sociali hanno creato sorgenti artificiali in misura sempre maggiore. Ognuno è esposto, sia in casa sia sul posto di lavoro, a una complessa miscela di deboli campi elettrici e magnetici dovuti alla generazione ed al trasporto di elettricità, agli elettrodomestici, agli apparati industriali, alle telecomunicazioni e all’emittenza radiotelevisiva.

I CAMPI ELETTROMAGNETICI NEL CORPO UMANO

Nel corpo umano esistono, anche in assenza di campi elettrici esterni, piccolissime correnti dovute a reazioni chimiche che sono parte delle normali funzioni fisiologiche. Per esempio, i nervi si scambiano segnali attraverso la trasmissione di impulsi elettrici. La maggior parte delle reazioni biochimiche, dalla digestione all’attività cerebrale, sono accompagnate da una ridistribuzione di particelle cariche. Anche il cuore è elettricamente attivo; il vostro dottore può registrarne l’attività con l’aiuto di un elettrocardiogramma.

GLI EFFETTI ALL’ESPOSIZIONE A BREVE TERMINE

Altri effetti a breve termine più facilmente evidenziabili, dovuti all’accoppiamento tra campo elettrico o magnetico ed il corpo umano sono la stimolazione delle cellule nervose e muscolari, il formicolio della pelle, la vibrazione dei peli dovuti all’induzione di cariche superficiali, le scariche elettriche e le bruciature dovute al contatto di oggetti conduttori immersi in forti campi elettromagnetici.

Infine, l’esposizione ad un intenso campo magnetico statico, può causare vertigini o nausea e per campi elettromagnetici di tipo pulsato, come quelli generati dai radar, si possono avere fastidiose percezioni uditive di impulsi.

Questi effetti sono tanto più frequenti ed evidenti quanto più è elevata l’energia assorbita dal nostro corpo.

L’ESPOSIZIONE DELL’ESSERE UMANO AL CAMPO MAGNETICO A BASSA FREQUENZA

Ad oggi c’è un buon livello di conoscenza circa gli aspetti fisici dell’interazione tra induzione magnetica a bassa frequenza e gli organismi biologici. Da tempo si conoscono gli effetti acuti derivanti dall’esposizione a breve termine degli esseri umani all’induzione magnetica a bassa frequenza, ma per quanto riguarda gli effetti a lungo termine, non si può affermare ancora con certezza se l’esposizione prolungata nel tempo possa comportare gravi conseguenze per la salute umana.

Proprio per questo motivo le normative di sicurezza che regolamentano l’esposizione al campo magnetico esistenti fino ad oggi sono calibrate unicamente sulla base degli effetti acuti, nel breve periodo.

COME AGISCONOI CAMPI ELETTRICI SUL CORPO UMANO

I Campi elettrici a bassa frequenza agiscono sul corpo umano, esattamente come agiscono su qualunque altro mezzo composto di particelle cariche. Quando i campi elettrici agiscono su materiali conduttori, influenzano la distribuzione delle cariche elettriche sulla loro superficie e provocano un flusso di corrente attraverso il corpo, verso la terra.

I campi magnetici a bassa frequenza provocano la circolazione di correnti all’interno del corpo. L’intensità di queste correnti dipende dall’intensità del campo magnetico esterno. Se sufficientemente elevate, queste correnti possono provocare la stimolazione di nervi e muscoli o influenzare altri processi biologici. Sia i campi elettrici sia quelli magnetici inducono differenze di potenziale e correnti nel corpo ma, anche nel caso in cui si sia immediatamente al di sotto di una linea ad alta tensione, le correnti indotte sono piccolissime in confronto alle soglie necessarie per provocare scosse ed altri effetti elettrici.

L’EFFETTO BIOLOGICO DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Il riscaldamento è il principale effetto biologico dei campi elettromagnetici a radiofrequenza. Nei forni a microonde questa circostanza è sfruttata per riscaldare i cibi. I livelli dei campi a radiofrequenza ai quali la gente è normalmente esposta sono di gran lunga inferiori a quelli richiesti per produrre un riscaldamento significativo. Gli effetti di riscaldamento delle radioonde costituiscono la base su cui si fondano le attuali linee guida.

Gli scienziati stanno indagando anche la possibilità che, al di sotto dei livelli di soglia necessari per provocare il riscaldamento corporeo, si manifestino altri effetti, legati ad esposizioni a lungo termine. A tutt’oggi, non è stata fornita conferma di alcun effetto nocivo dovuto ad esposizioni a lungo termine a bassi livelli di campi elettromagnetici, a radiofrequenza o a frequenza industriale; comunque, gli scienziati continuano attivamente le ricerche in questo settore.

GLI EFFETTI BIOLOGICI E GLI EFFETTI SANITARI: COSA COSTITUISCE UN RISCHIO PER LA SALUTE

Gli effetti biologici sono risposte misurabili a uno stimolo o a un cambiamento ambientale. Queste risposte non sono necessariamente nocive per la salute. Ad esempio, ascoltare musica, leggere un libro, mangiare una mela o giocare a tennis producono diversi effetti biologici. Pur tuttavia, non ci si aspetta che nessuna di queste attività provochi effetti sanitari. Il nostro corpo possiede sofisticati meccanismi per adattarsi alle molteplici e diverse influenze che incontriamo nel nostro ambiente.

I cambiamenti continui fanno parte normale della nostra vita. Ma, naturalmente, il corpo non possiede meccanismi di compensazione adeguati per qualunque effetto biologico. Cambiamenti irreversibili, o che sottopongano il sistema a stress per lunghi periodi di tempo, possono costituire un rischio per la salute.

GLI EFFETTI NOCICI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Un effetto nocivo provoca un danno rilevabile alla salute del soggetto esposto o a quella della sua prole; un effetto biologico, dal canto suo, può tradursi o meno in un effetto di danno alla salute.

È fuori di dubbio che, al di sopra di certi livelli, i campi elettromagnetici possono innescare degli effetti biologici. Esperimenti condotti su volontari sani indicano che esposizioni di breve durata, ai livelli di campo presenti nell’ambiente o in casa, non provocano alcun effetto nocivo evidente. Esposizioni a livelli più elevati, che potrebbero essere pericolose, sono prevenute dalle linee guida nazionali ed internazionali. Il dibattito attuale si concentra sulla possibilità o meno che l’esposizione prolungata a bassi livelli di campo possa sollecitare risposte biologiche e influenzare lo stato di benessere delle persone.

LE PREOCCUPAZIONI PER LA SALUTE

Uno sguardo ai titoli giornalistici degli ultimi anni fornisce un’idea delle diverse aree di preoccupazione del pubblico.

Nel corso dell’ultimo decennio, interrogativi per la salute sono stati sollevati a proposito di numerose sorgenti di campi elettromagnetici, tra cui linee ad alta tensione, forni a microonde, schermi di computer e televisori, sistemi di sicurezza, radar e, più recentemente, telefoni mobili e relative stazioni radio base.

IL PROGETTO INTERNAZIONALE CEM

In risposta ai crescenti interrogativi su possibili effetti sanitari delle sorgenti di campi elettromagnetici, il cui numero e la cui varietà vanno continuamente aumentando, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha avviato nel 1996 un grande piano di ricerca multidisciplinare. Il Progetto internazionale CEM mette insieme conoscenze e risorse che sono attualmente disponibili presso le maggiori agenzie ed istituzioni scientifiche internazionali e nazionali.

CONCLUSIONI DELLA RICERCA SCIENTIFICA

Negli ultimi 30 anni, sono stati pubblicati circa 25.000 articoli scientifici nel settore degli effetti biologici e delle applicazioni mediche delle radiazioni non ionizzanti. Sebbene alcuni abbiano la sensazione che si debbano svolgere ancora più ricerche, le conoscenze scientifiche in questo campo sono oggi più ampie che per la maggior parte degli agenti chimici. Sulla base di una recente ed approfondita rassegna della letteratura scientifica, l’OMS ha concluso che le evidenze attuali non provano che l’esposizione a bassi livelli di campi elettromagnetici abbia alcuna conseguenza sulla salute. Esistono comunque alcune lacune nelle conoscenze sugli effetti biologici, che richiedono ulteriori ricerche.

CONCLUSIONI

  • Esiste una gran varietà di fattori ambientali che provocano effetti biologici. “Effetto biologico” non è sinonimo di “danno alla salute”. Per identificare e misurare i rischi sanitari occorrono ricerche specifiche.
  • A basse frequenze, i campi elettrici e magnetici esterni inducono la circolazione di deboli correnti nel corpo.
  • Praticamente in tutti i normali ambienti, i livelli delle correnti indotte nel corpo sono troppo bassi per dar luogo a effetti sanitari ovvi. Il principale effetto dei campi elettromagnetici a radiofrequenza è il riscaldamento dei tessuti corporei.
  • E’ indubbio che esposizioni di breve durata a livelli molto alti di campo elettromagnetico possano essere pericolose per la salute. Le attuali preoccupazioni del pubblico si concentrano su possibili effetti a lungo termine causati da esposizioni a campi elettromagnetici di livello inferiore a quelli richiesti per attivare risposte biologiche immediate.
  • Il progetto internazionale CEM dell’OMS è stato promosso per fornire risposte scientificamente fondate ed oggettive agli interrogativi del pubblico sui possibili rischi legati a campi elettromagnetici di bassa intensità.
  • Nonostante le ampie ricerche, a tutt’oggi non vi sono evidenze che portino a concludere che l’esposizione a bassi livelli di campi elettromagnetici sia dannosa per la salute umana.
  • La ricerca internazionale è concentrata sull’esame di possibili connessioni tra cancro e campi elettromagnetici, a frequenze industriali e a radiofrequenza.

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