GENERALITA’
Il truciolo si forma perché il materiale da tornire, nel suo moto circolare uniforme (detto di taglio) è staccato, deformato e deviato dall’utensile.
Perché ciò avvenga non è sufficiente che il pezzo ruoti con moto circolare, ma occorre anche che l’utensile penetri nel materiale e raggiunga le diverse parti della materia da esportare. A tale scopo si imprime all’utensile un movimento (generalmente rettilineo) detto moto di alimentazione, e quando occorre (cioè alla fine della passata) anche quello di profondità di passata.
Il movimento risultante è un moto relativo detto moto di lavoro.
Il truciolo asportato ha due dimensioni caratteristiche, generalmente tra di loro ortogonali:
- L’avanzamento per giro a (mm/giro).
- La profondità di passata p (in mm) – (figura 1).
Il prodotto di a X p determina la sezione q teorica del truciolo.
La velocità del moto di taglio Vt in mm/min. si ha dalla formula:
Infine la potenza necessaria per il distacco del truciolo nell’operazione di sgrossatura si ottiene approssimativamente con la formula:
ANGOLI DEGLI UTENSILI
Per ben comprendere il comportamento dell’utensile rispetto al truciolo che si distacca, oltre agli angoli caratteristici della sezione normale e quelli del profilo superiore, occorre considerare:
- Gli angoli di scarico, che si eseguiscono specialmente negli utensili di carburi metallici allo scopo di limitare l’affilatura di finitura a superfici meno estese; inoltre l’angolo di scarico del fianco principale può essere necessario negli utensili da alesare, quello della faccia invece può favorire la fuoriuscita del truciolo (figura 2).
- L’angolo di registrazione del tagliente principale, che è quello formato (nel piano di base) dalla prciezione del tagliente principale con la superficie lavorata (figura 1).
- L’angolo effettivo di spoglia superiore y che non sempre si indentifica con l’angolo y ottenuto con l’affilatura, ma dipende anche:
- Dall’altezza del tagliente rispetto all’asse, come si osserva per la tornitura esterna nella figura 3; un aumento dell’angolo effettivo di spoglia superiore produce con aumento del raggio di curvatura del truciolo (R1- R2- R3 in figura 3), una diminuzione del suo spessore e un aumento della sua lunghezza (figura 3).
- Dall’avanzamento per giro e dell’angolo di registrazione, cioè l’angolo effettivo di spoglia superiore aumenta con l’aumentare dell’avanzamento per giro e con l’aumentare dell’angolo di registrazione del tagliente stesso.
La conoscenza dei vari gruppi di angoli permette di :
- Orientare i trucioli in modo conveniente (verso il basso).
- Stabilire la direzione da dare al gradino rompitruciolo.
- Favorire la fuoriuscita del truciolo, perché il loro aggrovigliamento non pregiudichi la precisione del lavoro e la stabilità del tagliente (figura 9).
FORMAZIONE DEL TRUCIOLO
Può essere :
- Libera, quando l’utensile lavora con un solo tagliente, perciò il truciolo affluisce liberamente sulla faccia (figura 4).
Esempio: tornitura di un disco o tornitura frontale di un tubo. In questi casi la sezione effettiva del truciolo asportato è eguale a quella teorica, cioè (q = a x p).
- Vincolata, quando l’utensile lavora con il tagliente principale e con quello, o quelli, secondari (figura 5), perciò il truciolo si svolge meno liberamente perché le parti asportate dai singoli taglienti hanno tendenza a defluire quasi perpendicolarmente ai taglienti stessi e quindi si svincolano vicendevolmente il cammino.
La sezione effettiva del truciolo asportato differisce più o meno notevolmente da quella teorica.
FORMA DEL TRUCIOLO E DELLA SUPERFICIE LAVORATA
La forma del truciolo può risultare:
- Discontinua, quando il truciolo si distacca a pezzettini quasi regolari (figura 6).
- Segmentata, quando il truciolo raggiunge una certa lunghezza, pur essendo costituito da più elementi parzialmente separati da spaccature più o meno profonde(figura 6).
- Fluente, quando il truciolo è lungo, continuo e compatto, sovente arrotolato in sensi e forme assai diverse (figura 7).
In certe condizioni di temperatura e per materiali teneri si accumula sulla punta del tagliente, aderendovi fortemente, un deposito di materiale; esso sporge dalla punta e si comporta come se fosse esso stesso un utensile rigando la superficie lavorata; per questo viene chiamato tagliente di riporto (figura 7).
Il T.D.R.:
- E’ causa di superficie scabrosa.
- Riduce la durata del tagliente dell’utensile.
- Richiede uno sforzo di taglio maggiore.
Nella lavorazione, si può passare gradualmente dal truciolo discontinuo a quello segmentato, a quello fluente con T.D.R. e infine a quello fluente senza T.D.R. (e quindi riducendo gli inconvenienti accennati):
- Riducendo la velocità di taglio.
- Aumentando l’angolo di spoglia superiore.
- Diminuendo l’avanzamento per giro.
- Diminuendo la profondità di passata.
- Refrigerando opportunamente.
- Affilando accuratamente l’utensile.
Quando si forma il truciolo discontinuo la superficie lavorata è molto irregolare, con zone lucide alternate con altre opache; spesso la profondità di passata risulta maggiore di quella dell’utensile .
Con un truciolo segmentato la superficie lavorata è maggiore, ma soltanto con il truciolo fluente senza T.D.R. la superficie risulta veramente liscia.
ORIENTAMENTO DEL TRUCIOLO
- Quando il tagliente principale dell’utensile è perpendicolare alla direzione del moto di lavoro ed è parallelo all’asse, il truciolo scorre sulla faccia del tagliente normalmente al tagliente (figura 4).
- Quando il tagliente principale dell’utensile giace in un piano verticale parallelo all’asse del pezzo, ma inclinato (a destra o a sinistra) rispetto al moto di lavoro, il truciolo si avvolge in forma di elicoide, generalmente verso la parte più bassa del tagliente (figura 8).
- Quando il tagliente principale dell’utensile giace su di un piano verticale non parallelo all’asse del pezzo, sul disco lavorato si genera un cono e il truciolo, avendo i lati di diversa lunghezza (a causa della diversa circonferenza da cui è ricavato), scorre sulla faccia dell’utensile dalla parte del diametro minore del tronco di cono (figura 9).
Variando dunque l’angolo y si può variare la traiettoria del truciolo e favorire la fuoriuscita del medesimo nel senso desiderato. Ciò è assai importante quando si alesa un foro cieco e si vuole che i trucioli abbiano la tendenza a uscire anziché accumularsi al fondo del foro (figura 9).
- Sull’orientamento del truciolo ha pure influenza la velocità: aumentando questa, aumenta pure il raggio di curvatura del truciolo.
- Affilando curva, anziché piana, la faccia dell’utensile, il truciolo assume pure forme diverse secondo l’angolo e il raggio di curvatura.
- Infine, quando la formazione del truciolo è vincolata, l’avvolgimento dello stesso resta influenzato delle tre parti del tagliente, cioè:
- Dal tagliente principale, che generalmente avvolgerebbe il truciolo quasi normale allo stesso tagliente.
- Dal tagliente secondario, che tende a produrre un truciolo segmentato per la sua spoglia negativa.
- Dal tagliente curvilineo (raccordo dei due precedenti), che formerebbe un elicoide di piccolo diametro.
Con notevoli avanzamenti e piccole profondità di passata predomina il tagliente curvilineo e in parte quello secondario; in genere però (poco avanzamento e grande profondità di passata) la forma del truciolo dipende dal tagliente principale.
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