GLI AGENTI DI RISCHIO FISICO, LE RADIAZIONI

gli agenti di rischio fisico le radiazioni

Gli agenti di rischio fisico che interagiscono in vari modi con l’organismo umano sono:

  • RUMORE (presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo operativo e di funzionamento) con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro.
  • VIBRAZIONI (presenza di apparecchiature e strumenti vibranti) con propagazione delle vibrazioni a trasmissione diretta o indiretta.
  • ULTRASUONI E INFRASUONI.
  • MICROCLIMA (carenze nella climatizzazione dell’ambiente di lavoro in relazione a temperatura, umidità relativa, ventilazione, calore radiante, condizionamento).
  • ILLUMINAZIONE (carenze nei livelli di illuminamento ambientale e dei posti di lavoro in relazione alla tipologia della lavorazione).
  • VIDEOTERMINALI (posizionamento, illuminotecnica, postura, microclima).
  • LE RADIAZIONI.

LE RADIAZIONI

le radiazioni

Vanno menzionate, tra gli agenti fisici pericolosi, le radiazioni, un insieme di fenomeni caratterizzato dal trasporto di energia nello spazio. Tipici esempi di radiazioni sono la luce ed il calore.

Per radiazione si intende l’energia che si propaga nello spazio senza trasporto apprezzabile di materia.

Con “radiazioni ottiche” si intende “la porzione di spettro elettromagnetico fra 100 nm (nanometri, unità di misura corrispondente a un milionesimo di millimetro) e 1 mm.

A lunghezze d’onda inferiori a questo intervallo abbiamo le radiazioni ionizzanti, oltre la lunghezza d’onda di 1 mm (corrispondente alla frequenza di 300 GHz) si parla comunemente di campi elettromagnetici.

La protezione dalle radiazioni ottiche artificiali è importante perché, i danni di queste radiazioni sono facilmente accertabili”, malgrado il fatto che “nell’opinione pubblica hanno trovato finora maggiore spazio le preoccupazioni per gli effetti sanitari, accertati o sospetti, dei campi elettromagnetici.

COME SI DISTINGUONO LE RADIAZIONI

Le radiazioni si distinguono in due grandi gruppi:

  • Radiazioni non ionizzanti (NIR), che hanno un’energia associata che non è sufficiente a indurre nella materia il fenomeno della ionizzazione ovvero non possono dare luogo alla creazione di atomi o molecole elettricamente cariche (ioni). Ne sono un esempio le radiazioni a bassa frequenza tipiche dell’elettricità, emesse da elettrodotti ed elettrodomestici e ad alta frequenza quali quelle prodotte dai telefonini cellulari, dalle antenne radio televisive, dai radar (radiofrequenze, microonde, radiazioni infrarosse, radiazioni visibili, radiazioni ultraviolette, radiazioni LASER, campi magnetici statici e variabili, campi elettrici, campi elettromagnetici).

La linea di soglia tra radiazione ionizzante e non ionizzante è l’energia fotonica di 12 eV (necessaria a ionizzare l’atomo di idrogeno).

L’interazione con le NIR, quindi, non provocano un danno direttamente sulla cellula, ma realizzano modificazioni termiche, meccaniche e bioelettriche.

 Molti dubbi ci sono ancora sugli effetti cancerogeni di tali agenti.

  • Radiazioni ionizzanti, che comprendono raggi X, raggi gamma ed una parte dei raggi ultravioletti. Queste radiazioni portano con sè un’energia sufficiente alla ionizzazione della materia, hanno effetti certi di mutazione del DNA e, di conseguenza, effetti cancerogeni.

Per RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI si intendono le radiazioni elettromagnetiche di lunghezza d’onda compresa tra 100 nm e 1 mm generate da sorgenti non naturali.

QUALI SONO GLI EFFETTI DELLE RADIAZIONI NON IONIZZANTI

Gli effetti delle radiazioni non ionizzanti possono essere suddivisi in tre livelli:

  • L’INTERAZIONE: indica la perturbazione di un equilibrio preesistente.
  • L’EFFETTO BIOLOGICO: si manifesta solo a seguito di variazioni morfologiche e funzionali evidenti in un sistema biologico. L’effetto biologico, a sua volta, non comporta necessariamente un effetto sanitario ossia un danno per la salute.
  • L’EFFETTO SANITARIO: si verifica quando l’effetto biologico supera la capacità di riparo ed adattamento dell’organismo.

Un’altra importante suddivisione sussiste tra:

  • EFFETTI DA ESPOSIZIONE ACUTA: Danni dovuti all’esposizione ad alte intensità per tempi brevi ai campi, come la sterilità indotta dalle onde radio, l’opacizzazione del cristallino e la comparsa anticipata della cataratta.
  • EFFETTI DA ESPOSIZIONE CRONICA: Danni imputati alle esposizioni a lungo termine, soprattutto al campo magnetico in bassissima frequenza, possibile nesso con tumori, leucemia infantile, disturbi a carico del sistema endocrino, accelerazione di malattie degenerative (morbo di Parkinson e malattia di Alzheimer).

LA DIFFERENZATRA ESPOSIZIONE ACUTA ED ESPOSIZIONE CRONICA

Da sottolineare che, mentre per gli effetti da esposizione acuta esiste una certezza ragionevole sul nesso di causalità tra l’esposizione e l’effetto, nel caso degli effetti da esposizione cronica non esistono ancora certezze e molti studi sono in via di sviluppo per chiarire questo punto. In modo particolare, molto dibattuto è l’effetto cancerogeno dei campi elettromagnetici: a questo proposito, la International Agency for Research on Cancer (IARC), ha classificato questi agenti come possibili cancerogeni per l’uomo, classificazione per la quale risultano necessari ulteriori studi in questo ambito per chiarire il reale effetto cancerogeno di questo agente.

 Proprio a causa di questa protratta incertezza, inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, suggerisce, per questi agenti, di applicare il principio di precauzione, ovvero di considerarli questi agenti come fossero certamente cancerogeni, utilizzandoli con la massima prudenza.

LE SORGENTI NATURALI DI RADIAZIONI ELETTROMAGNETICI

I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, ma sono invisibili all’occhio umano. Dei campi elettrici sono prodotti dall’accumulo locale di cariche elettriche nell’atmosfera, in occasione di temporali. Il campo magnetico terrestre fa sì che l’ago di una bussola si orienti lungo la direzione nord-sud ed è utilizzato da uccelli e pesci per la navigazione. 

LE SORGENTI ARTIFICIALI DI RADIAZIONI ELETTROMAGNETICI

Accanto alle sorgenti naturali, lo spettro elettromagnetico comprende anche campi generati da sorgenti artificiali: i raggi X, ad esempio, sono utilizzati  per  diagnosticare  la frattura di una caviglia in seguito ad un incidente  sportivo. All’elettricità fornita da una qualunque presa di corrente sono associati dei campi elettromagnetici a bassa frequenza. 
Infine, diversi tipi di radioonde ad alta frequenza sono usati per trasmettere informazioni, attraverso antenne televisive, impianti  radiofonici o stazioni radio base per telefonia mobile.

CARATTERISTICHE FISICHE DI UNA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA

Un campo elettromagnetico, è caratterizzato dalla presenza contemporanea di un campo elettrico ed un campo magnetico variabili e mutuamente dipendenti.

Per radiazione elettromagnetica si intende la propagazione nello spazio dell’energia (energia elettromagnetica) associata ai campi elettrici e magnetici, variabili nel tempo, generati da cariche e correnti oscillanti, strettamente intercorrelati fra di loro, secondo le equazioni di Maxwell.

Tre principali grandezze fisiche, correlate tra di loro, caratterizzano tali radiazioni:

a) La lunghezza d’onda l , o distanza fra i due punti di un’onda. Unità di misura della lunghezza d’onda è il metro.

b) La frequenza f, ovvero il numero di cicli completi dell’onda in un secondo. Unità di misura della frequenza è l’Hertz.

c) L’energia (E), trasportata in pacchetti di energia, chiamati fotoni, la cui unità di misura è, per il Sistema Internazionale (SI) il Joule; spesso però l’unità di misura utilizzata è quella convenzionale dell’elettronvolt (eV), definita come l’energia acquistata da un elettrone, quando attraversa una differenza di potenziale di 1 Volt.

Frequenza f, e lunghezza d’onda l sono sempre legate dalla relazione f x l = c, dove c è la velocità di propagazione delle onde (c= 300000Km al secondo nell’aria, ovvero la velocità della luce). Quando la propagazione avviene in un mezzo materiale, la velocità di propagazione c dipenderà dalle proprietà del mezzo attraversato.

Le frequenze delle onde elettromagnetiche possono coprire un vastissimo intervallo di valori, definito come spettro elettromagnetico. Per semplificare i riferimenti e la terminologia, l’intero spettro è stato suddiviso in regioni che assumono denominazioni diverse in base alla frequenza e/o alla lunghezza d’onda, all’energia associata e all’utilizzo.

LA SUDDIVISIONE DELLO SPETTRO ELETTROMAGNETICO

A questo punto è possibile fare una suddivisione dello spettro elettromagnetico nelle diverse regioni che lo compongono.

Onde a radiofrequenza: hanno frequenza compresa tra alcuni Hz e 109 Hz e sono impiegate principalmente per trasmissioni radio-televisive.

Microonde: comprendono onde di lunghezza d’onda compresa tra 0.3 m e 103m e sono utilizzate per comunicazioni radar, via satellite, ponti radio.

Infrarosso: comprende lunghezze d’onda che vanno da 103 m a 7.8 x 107 m. Le applicazioni riguardano l’astronomia, la medicina e piccole apparecchiature d’uso domestico (ad esempio telecomandi).

Luce: comprende l’intervallo delle lunghezze d’onda che possono essere percepite dall’occhio umano e si estende da 7.8 x 107 m a 3.8 x 107 m. Al variare della lunghezza d’onda all’interno dello spettro del visibile, varia il modo con cui queste vengono avvertite dall’occhio: questo fenomeno origina i diversi colori quali violetto, blu, verde, giallo, arancio, rosso.

Raggi ultravioletti: questi raggi coprono l’intervallo delle lunghezze d’onda comprese tra 3.8 x 107 m a circa 6 x 1010 m e vengono generati principalmente dal Sole.

Raggi X: utilizzati soprattutto nella medicina, hanno lunghezze d’onda che vanno da 109 m a 6 x 1012 m.

Raggi Gamma: prodotti dalle sostanze radioattive e dalle radiazioni nucleari, possono essere letali per gli organismi viventi. Coprono l’intervallo delle lunghezze d’onda comprese tra 1010 m a 1014 m.

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