È l’operazione mediante la quale si eseguiscono al tornio filettature esterne e interne con l’uso di utensili particolari denominati filiere e maschi.
- Tipi di filiere e portafiliere.
- Tipi di maschi e portamaschi.
- Preparazione del pezzo da filettare.
- Preparazione del foro.
- Norme per la filettatura e per la lubrificazione.
SCOPO DELL’OPERAZIONE
Ricavare sulla superficie esterna (vite) o interna (madrevite) di un corpo in rotazione, un filetto, mediante l’uso di utensili particolari detti rispettivamente filiere o maschi.
ATTREZZATURE
A) Per pochi pezzi:
Utensili: filiera e portafiliera delle misure volute; cacciavite piccolo per regolazione; punta a forare del diametro adatto (1); punta a svasare; sopporto per portafiliera; serie di maschi del diametro e passo richiesto.
B) Per lavori in serie:
Utensili: portafiliera a denti; maschi speciali per macchina; bussola portamaschi.
Mezzi di controllo: calibro a corsoio, anello filettato.
METODO DI LAVORO
A) Filettatura con filiere comuni (per pochi pezzi, figura 1).
- Bloccare il tondino sul mandrino autocentrante con una sporgenza conveniente (parte filettata più 10 mm).
- Se è necessario, ridurre il diametro del tondino, tenendolo conto del passo e del rigonfiamento che subisce nella filettatura con filiera (1).
- Eseguire lo smusso per l’entrata della filiera.
- Collocare la filiera nel portafiliere, registrarla su vite campione e fissarla convenientemente.
- Avvicinare al tondino la filiera appoggiata al fuso della controtesta e un braccio del portafiliera appoggiato alla torretta portautensile (figura 1).
- Spingere la controtesta con la mano destra, tenendo la slitta sulla frizione per fermare il tornio alla fine del filetto.
- Allontanare la controtesta e far girare il tornio in senso contrario per estrarre la filiera.
- Controllare con apposito anello filettato; e apportare le modifiche pratiche suggerite dalla lavorazione.
B) Filettatura con filiere comuni e portafiliere scorrevole (figura 2):
si usa per piccoli serie di pezzi da filettare (per le grandi serie sui torni a revolver si usano quelle a scatto a pettini).
La filiera si fissa nella bussola (figura 2) che scorre folle sul manicotto (B), il quale è fisso sul fuso della controtesta.
Quando la filiera ha iniziato il filetto, la bussola scorre assialmente nel manicotto e non può girare fino a tanto che i due denti (1-2) restano in presa.
- Bloccare il tondino sul mandrino autocentrante con una sporgenza conveniente (parte filettata più 10 mm).
- Se è necessario, ridurre il diametro del tondino, tenendolo conto del passo e del rigonfiamento che subisce nella filettatura con filiera (1).
- Eseguire lo smusso per l’entrata della filiera.
- Collocare la filiera nel portafiliere, registrarla su vite campione e fissarla convenientemente.
- Avvicinare al tondino la filiera appoggiata al fuso della controtesta e un braccio del portafiliera appoggiato alla torretta portautensile (figura 1).
- Spingere la controtesta con la mano destra, tenendo la slitta sulla frizione per fermare il tornio alla fine del filetto.
- Collocare la filiera nel portafiliera e il tassello sul banco, regolando la lunghezza della corsa.
- Avvicinare la filiera all’estremità del tondino e iniziare la filettatura spingendo la filiera contro il tondino fino a incontrare il tassello collocato sul banco; la filiera seguirà la filettatura per un breve tratto corrispondente alla lunghezza dei denti (1-2); arrivata a fine corsa la bussola (A) girerà folle sul manicotto (B).
- Fermare il tornio, invertire la rotazione estraendo cosi la filiera.
C) Filettatura interna con maschi e giramaschi ordinari (per pochi pezzi):
- Bloccare il pezzo sul mandrino ed effettuare il centro.
- Eseguire la foratura tenendo conto del passo, del sistema di vite e del rigonfiamento (1).
- Svasare il foro a un diametro eguale a quello esterno del filetto, più 1mm (figura 3).
- Chiudere la testa del maschio nel giramaschi.
- Introdurre il maschio nel foro e la contropunta nel centrino del maschio (figura 4).
- Mettere in moto il tornio (basso numero di giri), appoggiare il braccio del giramaschi alla torretta portautensili e guidare il maschio con la contropunta (figura 4), spingendo la controtesta o agendo sul volantino.
- Fermare a tempo il tornio, invertire il movimento ed estrarre il maschio.
D) Filettatura interna con bussola portamaschio (per piccole serie – figura 3)
- Bloccare il pezzo sul mandrino ed effettuare il centro.
- Eseguire la foratura tenendo conto del passo, del sistema di vite e del rigonfiamento (1).
- Svasare il foro a un diametro eguale a quello esterno del filetto, più 1mm (figura 3).
- Chiudere la testa del maschio nel giramaschi.
- Introdurre il maschio nel foro e la contropunta nel centrino del maschio (figura 4).
- Collocare il maschio speciale per macchina nella bussola portamaschi e avvicinarlo al foro da filettare.
- Regolare la posizione del tassello in relazione alla profondità del filetto, avvicinando la filiera all’estremità del tondino e iniziando la filettatura spingendo la filiera contro il tondino fino a incontrare il tassello collocato sul banco; la filiera seguirà la filettatura per un breve tratto corrispondente alla lunghezza dei denti (1-2); arrivata a fine corsa la bussola (A) girerà folle sul manicotto (B).
- Spingere la controtesta fino a toccare il tassello.
- Estrarre il maschio invertendo la rotazione del tornio.
AVVERTENZE
- Sul tornio (e filettatrici), oltre a ridurre la fatica di far girare il maschio o la filiera, si ottiene più facilmente e più sicuramente la coassialità.
- Per una buona riuscita della filettatura, occorre che le filiere abbiano un esatto angolo di spoglia frontale che varia da 8° a 10° per materiali tenaci e da 20° a 25° per quelli teneri. Le filiere devono pure avere un razionale angolo di imbocco (chiamato anche invito o cono d’azione) che aumenta con il numero dei denti ed diminuisce con l’aumentare del passo.
- Anche i maschi per macchina devono avere il dovuto imbocco. Le scanalature di questi devono inoltre avere un angolo di spoglia relazionato con il materiale da lavorare, cioè:
- 0° per ottone e bronzo.
- Da 5° a 10° per acciaio, ghisa e bronzi duri.
- Da 10° a 15° per acciai e ghise dolci.
- Da 20° a 25° per rame, alluminio e leghe leggere.
- Per lavori in serie conviene indicare al fabbricante il tipo di materiale da filettare.
- I fori ciechi, filettati con maschi al tornio, devono essere forati più profondi della filettatura utilizzata perché i trucioli, che si accumulano al fondo, non provochino la rottura del maschio.
- Per maschiare fori ciechi fare uso di maschi a tagliente elicoidali destri (filettatura destra).
- La filettatura interna di pochi pezzi si può realizzare con i tre maschi comuni: sbozzatore, intermedio, e finitore; per lavori in serie si usa un solo maschio più lungo con imbocco corretto.
- Occorre controllare nel primo pezzo se il diametro della punta scelta per la foratura permette la formazione esatta del filetto, oppure se non vi è pericolo di rottura del maschio per eccessivo rigonfiamento.
- La lubrificazione dei maschi e filiere si fa anche con olio emulsionabile ma è raccomandabile l’olio di lardo per gli acciai e il petrolio per la ghisa e l’alluminio.
- Una lubrificazione razionale: aumenta la durata del filo tagliente; finisce meglio il filetto: diminuisce lo sforzo di torsione; evita in molti casi la rottura dei maschi e dei denti delle filiere.
Per conoscere il diametro delle punte da usare e il diametro a cui si deve preparare il tondino per le diverse filettature con filiere, vedi
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