CLASSIFICAZIONE E TIPOLOGIE DEL RISCHIO RUMORE

classificazione e tipologie del rischio rumore

Il rumore, in quanto suono, può essere descritto come una perturbazione prodotta da un sistema meccanico che si propaga nell’aria sotto forma di onde di compressione e rarefazione e che è capace di generare una sensazione uditiva.

Il rumore come trasmissione di suoni è quindi un fenomeno vibratorio. I parametri più importanti per la misurazione dell’onda sonora (quantificare un suono) sono:

  • Ampiezza misurata in decibel (dB).
  • Frequenza misurata in hertz (Hz).

Alcuni esempi:

  • La soglia di udibilità minima dell’orecchio umano è compresa tra 5 e 10 dB.
  • Il tic-tac di un orologio ha un’intensità di 20 dB.
  • Una conversazione normale si svolge a 60-70 dB.
  • Un concerto rock supera i 100 dB.
  • Un aereo al momento del decollo supera i 120 dB.

Come rumore può essere indicato qualsiasi suono indesiderabile.

LA CLASSIFICAZIONE DEL RUMORE

La classificazione del rumore può essere effettuata in base:

  • Alla sorgente naturale o artificiale (in dipendenza alla civilizzazione o all’industrializzazione).
  • Alla sua intensità e alle sue caratteristiche spettrali.
  • Alle sue variazioni nel tempo. In relazione alle variazioni nel tempo, è possibile avere rumori stabili (o continui o stazionari) e rumori instabili.

CARATTERISTICHE DEL RUMORE

Oltre al suo contenuto in frequenza il rumore può anche essere caratterizzato in relazione alle specifiche modalità di emissione della sorgente; un rumore può quindi essere definito:

  • Continuo: se dura per tutto il turno di lavoro.
  • Discontinuo: se sono presenti delle pause di durata significativa.

Un rumore stabile o continuo può essere continuo a banda larga (presente ad esempio in una officina meccanica) e continuo a banda stretta (prodotto ad esempio da una sega circolare).

Un rumore instabile può essere:

  • Intermittente (ad es. partenze di aerei).
  • Fluttuante (con lievi variazioni del livello sonoro).
  • Impulsivo (con brusche variazioni di livello sonoro, anche di 40 dB in 0,5 sec).

Un rumore impulsivo può essere caratterizzato da impulsi brevi (ad es. operazioni di martellatura) o impulsi prolungati (ad es. operazioni di molatura).

RISCHIO RUMORE PER L’USO DI MACCHINE O ATTREZZATURE

Si possono individuare alcune tipologie di rischio nel campo dell’igiene del lavoro legati all’uso di macchine e attrezzature.

Tra questi:

  • Rischi legati all’uso di Macchine operatrici che espongono gli addetti ad elevati livelli di rumore e a vibrazioni al corpo intero.
  • Rischi legati all’uso di Martelli pneumatici, pressatrici, levigatrici che espongono gli addetti al rumore e a vibrazioni al sistema mano-braccio.
macchine operatrici e martelli pneumatici

Il Rumore è molto diffuso nel mondo moderno industrializzato

Si possono distinguere diversi tipi di esposizioni:

  • In ambito professionale (industria, artigianato, agricoltura).
  • In ambito non professionale (Esposizione volontaria ed esposizione non volontaria).

CLASSIFICAZIONE DEL RUMORE IN BASE ALLA VARIAZIONE DI INTENSITA’

In base alla loro durata i rumori possono essere classificati come:

  • Stabili o stazionari quando le variazioni di intensità non superino i 3 db.
  • Fluttuanti quando le variazioni di intensità superino i 3 db.
  • Intermittenti quando un rumore di durata superiore a 1 secondo cade bruscamente in più riprese durante il periodo di osservazione.
  • Impulsivi quando i rumori sono caratterizzati da forte intensità e durata inferiore ad 1 secondo. Il rumore impulsivo di breve durata è caratterizzato dal fatto di avere istantanee e brusche variazioni di livello sonoro.

I VARI TIPI DI RUMORE

Il suono viene chiamato: costante, fluttuante, impulsivo a seconda di come si comporta il suono nel tempo nel quale “esiste”.

Un suono è costante quando il suo livello sonoro ha variazioni trascurabili, entro 5 dB, a bassa intensità nel tempo.

Si distinguono generalmente due casi:

  • Rumore continuo (continuo, ciclico, fluttuante, ecc..).
  • Rumore impulsivo (percussioni isolate, presse, ecc..).

Nel caso di rumore continuo il rischio per l’operatore esposto a rumore è una combinazione fra livello di rumorosità e tempo di esposizione.

  • Il Rumore è costanteRumore è costante se è di durata maggiore di 1 s e definito stazionario (o costante) se la differenza tra valore massimo e valore minimo del livello sonoro ponderato A con costante di tempo slow (LAS) è inferiore a 3 dB(A).
  • Un suono è fluttuantesuono è fluttuante quando il suo livello sonoro è estremamente variabile nel tempo, superiore a 5 dB.

Il rumore è fluttuante se caratterizzato da variazioni del livello di pressione sonora superiori a + 1 dB.

Un rumore di durata maggiore di 1 s è definito fluttuante (o non stazionario) se la differenza tra valore massimo e valore minimo del livello sonoro ponderato A con costante di tempo slow (LAS) è superiore a 3 dB(A).

  • Rumore ciclico: un rumore si definisce ciclico se si ripete con le stesse caratteristiche ad intervalli di tempo uguali e maggiori di 1 s.
  • Rumore impulsivo: Un rumore è impulsivo quando il livello sonoro ha una breve durata, ma di elevata intensità e se ha una durata compresa tra 1millisec ed 1 sec.

Nel caso del rumore impulsivo si può avere il superamento della soglia di danno immediato pari a 140 dB.

In questo caso non ha più importanza distinguere fra dB e dB(A), o valutare i tempi in quanto il valore della pressione sonora è tale da poter pregiudicare l’integrità fisica dell’apparato uditivo in modo immediato e traumatico.

Questo tipo di rumore è frequente negli ambienti di lavoro e può essere più lesivo di quello continuo, a causa di una mancata protezione svolta dal riflesso stapediale. Il riflesso stapediale è dovuto alla contrazione riflessa del muscolo stapedio, che riducendo il grado di affondamento della platina della staffa nella finestra ovale, protegge le strutture dell’orecchio interno da stimolazioni acustiche troppo intense. Per attivarsi il riflesso stapediale necessita di un tempo di latenza di circa 10 millisec. che è più lungo del tempo di salita del livello di picco del rumore impulsivo, non potendo così svolgere la sua funzione protettiva.

Un rumore si definisce impulsivo se caratterizzato da una rapida crescita e da un rapido decadimento del livello sonoro, di durata non superiore ad 1 s e, generalmente, ripetuto ad intervalli. Viene considerato impulsivo un rumore caratterizzato da un indice di impulsività LKI ≥ 3 dove rappresenta la differenza tra il livello sonoro continuo equivalente ponderato A con la costante di tempo Impulse e il livello sonoro continuo equivalente ponderato A. Il rumore impulsivo e classificato nelle seguenti tipologie:

  • Tipo 1, quando la maggior parte dell’energia acustica e distribuita negli intervalli delle frequenze più elevate.
  • Tipo 2, quando la maggior parte dell’energia acustica e distribuita nelle frequenze medie e più elevate.
  • Tipo 3, quando la maggior parte dell’energia acustica e distribuita nelle frequenze medie e più elevate.

I SUONI E I RUMORI NEI LUOGHI DI LAVORO

I suoni e rumori che interessano i luoghi di lavoro possono essere distinti in due categorie:

  • Rumori dannosi: può definirsi dannoso solo quando, in funzione del suo livello e tempo di esposizione, si raggiungono e si superano i limiti previsti dalla legge.
  • Rumori disturbanti: Il rumore è disturbante quando, indipendentemente dal suo livello e dalla durata di esposizione, pone la persona in una condizione di reattività psicologica negativa.

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