CHE COSA S’INTENDE PER RISCHIO DA AGENTI FISICI

che cosa s'intende per rischio da agenti fisici

Per rischio da agenti fisici non si intende, come spesso si pensa, la presenza di rischi che possono ledere la sicurezza fisica dell’individuo (ovvero rischio di cadere o di essere schiacciati da oggetti o carichi), ma si intende la presenza nell’ambiente di lavoro di agenti di natura fisica che possono avere conseguenze negative per la salute dell’individuo.

COSA SONO GLI AGENTI FISICI

Gli agenti fisici pericolosi sono quegli agenti di natura fisica che, se presenti nei luoghi di vita e di lavoro, possono provocare, a seguito dell’esposizione, effetti negativi sulla salute dell’individuo esposto ovvero l’insorgenza di malattie.

Gli agenti fisici menzionati dalla normativa sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro sono: il rumore, gli ultrasuoni, gli infrasuoni, le vibrazioni meccaniche, i campi elettromagnetici, le radiazioni ottiche, di origine artificiale, il microclima e le atmosfere iperbariche che possono comportare rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

QUALI SONO GLI OBIETTIVI DA TRATTARE

  • Conoscere le caratteristiche fisiche del suono, del rumore, delle vibrazioni e degli ultrasuoni in genere: intensità, frequenza, direzione di propagazione.
  • Definire le grandezze operative mediante le quali tali fenomeni sono caratterizzati.
  • Identificare le sorgenti di rumore, di vibrazioni ed ultrasuoni nell’ambiente lavorativo e darne una stima qualitativa del livello sonoro e dell’esposizione giornaliera.
  • Identificare i principali effetti di rumore, ultrasuoni e delle vibrazioni sulla salute dell’uomo.
  • Intraprendere misure per prevenire e proteggersi da situazioni che espongono a tali fattori di rischio.
  • Conoscere i DPI e loro uso.

A) IL RUMORE

Altro agente fisico pericoloso è il rumore, definito come un suono che determina una sensazione acustica indesiderata, fastidiosa e sgradevole, considerato, da un punto di vista fisico, come energia meccanica emessa da una sorgente che si propaga in un mezzo sotto forma di vibrazioni che arrivano al nostro orecchio, organo in grado di tradurre tali vibrazioni in stimoli sonori. Gli effetti negativi del rumore possono essere di due tipi:

  1. Un rumore molto forte (come quello associato ad un’esplosione ad esempio) può provocare dolore e danni meccanici al timpano (fino alla lacerazione).
  2. Un rumore meno forte (intensità maggiore di 80 Decibel), ma continuo nel tempo, può provocare una progressiva riduzione dell’udito nota come ipoacusia da rumore.

L’ipoacusia da rumore dipende dal progressivo “consumo” delle cellule uditive dovute alla presenza di una fonte di rumore, ma il suo sviluppo è anche legato alle condizioni di salute dell’individuo, nonché dall’età dello stesso.

Da sottolineare inoltre che, in aggiunta agli effetti del rumore sull’apparato uditivo umano, esistono effetti specifici su altri distretti corporei, come ad esempio l’aumento della frequenza cardiaca, l’instaurarsi di reazioni da stress, l’insorgenza di disturbi della digestione, dovuti all’esposizione al rumore nonché la possibilità che il rumore distragga l’operatore con successivo aumento del numero di infortuni sul lavoro.

B) GLI ULTRASUONI

Gli ultrasuoni sono delle onde meccaniche sonore. A differenza dei fenomeni acustici propriamente detti, le frequenze che caratterizzano gli ultrasuoni sono superiori a quelle mediamente udibili da un orecchio umano. La frequenza convenzionalmente utilizzata per discriminare onde soniche da onde ultrasoniche è fissata in 20 kHz. Lo stesso termine ultrasuono chiaramente indica ciò che è al di là (ultra) del suono, identificando con suono solo il fenomeno fisico udibile.

Come ogni altro tipo di fenomeno ondulatorio gli ultrasuoni sono soggetti a fenomeni di riflessione, rifrazione, diffrazione e possono essere definiti mediante parametri quali la frequenza, la lunghezza d’onda, la velocità di propagazione, l’intensità (misurata in decibel).

C) GLI INFRASUONI

L’infrasuono è un’onda sonora con frequenza di vibrazione inferiore a 20 Hz (ossia 20 vibrazioni al secondo), quindi inferiore alla soglia di udibilità dell’orecchio umano. Lo studio della gamma di frequenza degli infrasuoni (dai circa 16 o 17 Hz fino a limite minimo di 0,001 Hz) è la stessa che viene registrata dai sismografi e utilizzata per il monitoraggio dei terremoti.

D) I CAMPI ELETTROMAGNETICI

I campi elettrici sono creati da differenze di potenziale elettrico, o tensioni: più alta è la tensione, più intenso è il campo elettrico risultante. I campi magnetici si creano quando circola una corrente elettrica: più alta è la corrente, più intenso è il campo magnetico. Un campo elettrico esiste anche se non c’è corrente. Se circola una corrente, l’intensità del campo magnetico varia con il consumo di potenza, mentre l’intensità del campo elettrico rimane costante.

LE SORGENTI DEI CAMPI ELETTROMAGNETICI

Le sorgenti dei campi elettromagnetici possono essere:

  • Sorgenti naturali di campi elettromagnetici.

I campi elettromagnetici sono presenti ovunque nel nostro ambiente di vita, ma sono invisibili all’occhio umano. Dei campi elettrici sono prodotti dall’accumulo locale di cariche elettriche nell’atmosfera, in occasione di temporali. Il campo magnetico terrestre fa sì che l’ago di una bussola si orienti lungo la direzione nord-sud ed è utilizzato da uccelli e pesci per la navigazione.

  • Sorgenti artificiali di campi elettromagnetici.

Accanto alle sorgenti naturali, lo spettro elettromagnetico comprende anche campi generati da sorgenti artificiali: i raggi X, ad esempio, sono utilizzati per diagnosticare la frattura di una caviglia in seguito ad un incidente sportivo. All’elettricità fornita da una qualunque presa di corrente sono associati dei campi elettromagnetici a bassa frequenza. Infine, diversi tipi di radioonde ad alta frequenza sono usati per trasmettere informazioni, attraverso antenne televisive, impianti radiofonici o stazioni radio base per telefonia mobile.

E) LE VIBRAZIONI MECCANICHE

Anche le vibrazioni meccaniche rappresentano un agente fisico pericoloso. Si tratta di oscillazioni meccaniche generate da onde di pressione che si trasmettono attraverso la materia determinando un moto oscillatorio rispetto alla posizione di equilibrio e che, prodotte durante il funzionamento di una macchina o di una attrezzatura, entrano in contatto con il corpo del lavoratore, trasmettendosi allo stesso.

Gli effetti sulla salute umana delle vibrazioni si distinguono a seconda del distretto corporeo interessato, in:

  • Vibrazioni del sistema mano-braccio: possibili danni a tutte le strutture di mani, braccia, collo, spalla, con interessamento di nervi, muscoli, articolazioni, ossa, tendini ecc.
  • Vibrazioni del corpo intero: con possibili effetti sulla colonna vertebrale, in particolare nella zona lombare, sulla circolazione, sull’apparato riproduttivo ecc..

Tali effetti dipendono dalle caratteristiche e dalle condizioni in cui vengono trasmesse:

  • Estensione della zona di contatto con l’oggetto che vibra (mani, piedi, glutei, ecc..).
  • Frequenza della vibrazione.
  • Direzione di propagazione.
  • Tempo di esposizione.

F) LE RADIAZIONI

Vanno inoltre menzionate, tra gli agenti fisici pericolosi, le radiazioni, un insieme di fenomeni caratterizzato dal trasporto di energia nello spazio. Tipici esempi di radiazioni sono la luce ed il calore.

Le radiazioni si distinguono in due grandi gruppi:

  • Radiazioni non ionizzanti (NIR), che hanno un’energia associata che non è sufficiente a indurre nella materia il fenomeno della ionizzazione ovvero non possono dare luogo alla creazione di atomi o molecole elettricamente cariche (ioni). Ne sono un esempio le radiazioni a bassa frequenza tipiche dell’elettricità, emesse da elettrodotti ed elettrodomestici e ad alta frequenza quali quelle prodotte dai telefonini cellulari, dalle antenne radio televisive, dai radar. Molti dubbi ci sono ancora sugli effetti cancerogeni di tali agenti.
  • Radiazioni ionizzanti, che comprendono raggi X, raggi gamma ed una parte dei raggi ultravioletti. Queste radiazioni portano con sè un’energia sufficiente alla ionizzazione della materia, hanno effetti certi di mutazione del DNA e, di conseguenza, effetti cancerogeni.

G) IL MICROCLIMA

Nell’ambito della salute e sicurezza il microclima è definito come il complesso dei parametri climatici dell’ambiente locale che determina gli scambi termici fra l’ambiente stesso e gli individui che vi operano (temperatura, umidità ecc.). Un microclima non adatto può provocare effetti di natura termica sui lavoratori, portando a caldo o freddo eccessivi la sudorazione con perturbazione dello stato di benessere lavorativo dell’individuo.

RIFERIMENTO LEGISLATIVO (d. Lgs 81 del 2008)

Relativamente alla normativa specifica per l’esposizione dei lavoratori agli agenti fisici, il riferimento legislativo è il Titolo VIII del D.Lgs. 81 del 2008.

Tale Titolo decreta l’obbligo da parte del Datore di lavoro di valutare tutti i rischi da agenti fisici presenti nel luogo di lavoro, stabilendo se il rischio per il lavoratore sia trascurabile (condizione di giustificazione del rischio e assenza di misure di prevenzione e protezione come, ad esempio, negli uffici) oppure, in caso contrario, procedendo ad una valutazione più dettagliata con misurazione dell’agente fisico e somministrazione di misure di prevenzione e protezione per il lavoratore.

In questi casi le misure di prevenzione e protezione da utilizzare sono:

  • Informazione e formazione dei lavoratori.
  • Controlli medici periodici della sorveglianza sanitaria.
  • Sostituzione di macchine rumorose con macchine meno rumorose.
  • Dispositivi di protezione individuale (cuffie, tappi auricolari ecc..).

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