L’ESPOSIZIONE DEI LAVORATORI AL RUMORE

l'esposizione dei lavoratori al rumore

L’esposizione dei lavoratori al rumore rappresenta certamente uno dei rischi più diffusi del mondo moderno industrializzato la cui entità è variabile a seconda della tipologia produttiva, dei reparti e delle mansioni.

In ambito lavorativo gli effetti uditivi del rumore sono di tipo diverso e sono rappresentati essenzialmente dall’ipoacusia da rumore, patologia determinata dall’esposizione ad elevate intensità di rumore.

L’ipoacusia da rumore di natura professionale è certamente la malattia più frequentemente indennizzata dall’INAIL. 

COSA DICE IL DECRETO LEGISLATIVO 81/08 SULL’ESPOSIZIONE AL RUMORE

Il D. Lgs. 81/08 determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’esposizione al rumore durante il lavoro e in particolare per l’udito e prende in esame questi fattori per determinare tre categorie di rischio. Il Decreto fissa quindi le misure tecniche, organizzative e procedurali, azioni formative/informative e di protezione da adottare a seconda del livello di esposizione.

Il livello (espresso in decibel) a cui fare riferimento per stabilire la presenza di un possibile danno può essere:

  • L’esposizione giornaliera al rumore.
  • L’esposizione settimanale al rumore.

Questi livelli tengono conto delle diverse sorgenti di rumore a cui il lavoratore può essere esposto e dei relativi tempi di esposizione e sono riportati a giornate lavorative di otto ore.

VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE

I valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a:

  • Valori limite di esposizione 87dB (A)  200 Pa = 140 dB (C)
  • Valori superiori di azione 85dB (A)  140 Pa = 137 dB (C)
  • Valori inferiori di azione 80 dB (A)  112 Pa = 135 dB (C)

CHI È ESPOSTO AL RUMORE

Sono potenzialmente esposti i lavoratori che utilizzano attrezzature o impianti rumorosi.

Possono essere esposti in particolare i lavoratori dei servizi tecnici (falegnami, meccanici, addetti alle centrali termiche, elettricisti, ecc..), lavoratori del 118.

I DANNI GENERATI DALL’ESPOSIZIONE AL RUMORE

Il rischio rumore deriva dagli effetti dannosi generati dall’esposizione a onde di pressionesonora che superino i valori previsti dalle norme (valori di azione e valore limite).

In ogni ambito lavorativo deve essere valutata l’esposizione quotidiana personale di ogni lavoratore, per poter adottare le misure tecniche necessarie al fine di ridurre al minimo il rischio di danni all’udito.

Nei luoghi in cui si è esposti al rumore in maniera considerevole, è opportuno ridurre il tempo di esposizione e comunque proteggersi in maniera adeguata con gli opportuni DPI, obbligatori quando la soglia di rumore supera i 90 decibel.

L’esposizione a rumori di elevata intensità (a livelli di energia acustica superiori ai valori di azione) e per lungo periodo di tempo provoca una serie di alterazioni a carico delle strutture neuro-sensoriali dell’orecchio interno e la conseguenza può essere l’ipoacusia, cioè la diminuzione (fino alla perdita) della capacità uditiva.

Il rumore può agire anche su altri organi e apparati (apparato cardiovascolare, endocrino, sistema nervoso centrale ed altri) mediante l’attivazione o inibizione di sistemi neuro-regolatori centrali e periferici.

È IMPORTANTE RICORDARE CHE:

  • Il tempo di esposizione al rumore costituisce un elemento fondamentale per stabilire la nocività del rumore stesso.
  • Più in particolare si parla di esposizione personale quotidiana del lavoratore al rumore, che viene misuratain decibel.

È IMPORTANTE SAPERE CHE:

  • A diversi livelli di esposizione al rumore corrispondono differenti condizioni di rischio e differenti criteri di prevenzione.

IN PARTICOLARE SONO INDIVIDUATE 4 DISTINTE SITUAZIONI

1) Ipotesi

Esposizione quotidiana personale inferiore a 80 dB A

  • Il datore di lavoro ha l’obbligo solo della misurazione della rumorosità durante il lavoro e in caso di realizzazione di nuovi impianti o di ampliamenti e modifiche di quelli preesistenti.

2) Ipotesi

Esposizione quotidiana personale tra 80 e 85 dB A

Il datore di lavoro ha l’obbligo di:

  • Misurare i livelli di esposizione a rumore.
  • Informare i lavoratori sui rischi, sulle misure adottate, sulle misure di protezione cui i lavoratori debbono attenersi, sui dispositivi di protezione individuale (DPI) da utilizzare, sui risultati della valutazione del rischio, sul significato del controllo sanitario.
  • Estendere il controllo sanitario ai lavoratori che ne fanno richiesta e il medico competente ne confermi l’opportunità.

3) Ipotesi

Esposizione quotidiana personale tra 85 e 90 dB A

Il datore di lavoro ha l’obbligo di:

  • Fornire ai lavoratori i dispositivi di protezione individuale dell’udito adattati al singolo individuo e alle sue condizioni di lavoro.
  • Provvedere affinché i lavoratori ricevano un’adeguata formazione sull’uso corretto dei mezzi di protezione individuale e sull’uso di utensili, macchine e apparecchiature.
  • Sottoporre i lavoratori a controllo sanitario (visita medica preventiva e visite con periodicità non superiore a due anni o annuale nel caso l’esposizione quotidiana personale sia superiore a 90 dB A).

4) Ipotesi

Esposizione quotidiana personale superiore a 90 dB A

Il datore di lavoro ha l’obbligo, inoltre, di:

  • Comunicare all’organo di controllo (ASL), entro 30 gg dall’accertamento del superamento, le misure tecniche ed organizzative applicate o che si intendono applicare.
  • Disporre ed esigere l’uso da parte dei lavoratori dei dispositivi di protezione individuale.
  • Perimetrare, sottoporre ad accesso limitato e munire di segnaletica adeguata i luoghi in cui vengono superati i 90 dB A.
  • Istituire e aggiornare il registro nominativo degli esposti, di cui copia deve essere consegnata all’ISPESL e alla ASL competente per territorio.
  • Comunicare ai lavoratori interessati le annotazioni individuali contenute nel registro e nella cartella sanitaria.

LE GRANDEZZE DI ESPOSIZIONE AL RUMORE

Vi sono due grandezze che danno il valore dell’esposizione al rumore continuo che possono essere confrontati con i limiti di legge:

  • Il livello di esposizione individuale al rumore giornaliero (LEX,d): valore medio ponderato, in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di 8 ore.
  • Il livello di esposizione individuale al rumore settimanale (LEX,w): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di 5 giornate lavorative di 8 ore.

Tra 85 e 87 dB(A) scatta un vero e proprio allarme detto “valore superiore di azione”, per il quale vi è l’obbligo di usare i D.P.I. sorveglianza sanitaria (una volta all’anno o diversamente indicato dal medico competente), segnaletica e regolamentazione per l’accesso a luoghi in cui si possono determinare Lex > 85 dB(A), programmazione di misure tecniche ed organizzative.

Oltre gli 87 dB(A), od in presenza di forti rumori impulsivi, si entra in emergenza rumore “limite di esposizione, con l’adozione di misure immediate per riportare ’esposizione al di sotto dei valori limite di esposizione, l’individuazione delle cause dell’esposizione eccessiva, modifica delle misure di protezione e di prevenzione per evitare che la situazione si ripeta.

Per quanto riguarda le pressione acustica istantanea il limite è 140 dB o 200 Pa.

NORMATIVA LIMITI DI ATTUAZIONE

Ad un LEX,d tra 80 e 85 dB(A) corrisponde una fascia di preallarme detta ”valore inferiore di azione”, con l’obbligo di informazione, fornitura dei DPI, controllo sanitario (su richiesta del lavoratore e conferma del medico competente), programmazione di misure tecniche ed organizzative.

Non esiste nessuna difesa naturale contro il rumore; esso infatti può distruggere le cellule ciliate in maniera lenta ma irreversibile, per cui l’orecchio non è più in grado di trasformare le onde sonore in impulsi nervosi e di conseguenza si perde la capacità di udire (IPOACUSIA).

Il rumore è causa di danno (ipoacusia, sordità) e comporta la malattia professionale statisticamente più significativa.

ALTRI EFFETTI PRODOTTI DALL’ESPOSIZIONE AL RUMORE

È da notare che esistono altri effetti collaterali prodotti dall’esposizione al rumore che non sono direttamente connessi con l’udito, come l’aumento della frequenza cardiaca, della pressione, disturbi al sistema nervoso e neurovegetativo (vertigini ed emicrania), ecc.. Inoltre, un’elevata esposizione al rumore produce la diminuzione della normale capacità lavorativa e soprattutto può contribuire all’aumento degli infortuni sul lavoro, dato che si ha una riduzione della percezione delle rotture meccaniche e dei segnali di allarme, oltre ad una diminuzione dell’attenzione degli operatori.

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