LA DISTINZIONE DEGLI AMBIENTI TERMICI

la distinzione degli ambienti termici

Gli ambienti di lavoro sono tutti quei luoghi destinati a ospitare posti di lavoro, ubicati all’interno dell’azienda o dell’unità produttiva, nonché ogni altro luogo di pertinenza dell’azienda o dell’unità produttiva accessibile al lavoratore nell’ambito del proprio lavoro.

Esistono però altri luoghi di lavoro, non sempre certi e definibili, come ad esempio i cantieri; anche i cantieri sono luoghi in cui i lavoratori svolgono delle attività lavorative, anche se gli ambienti non rispettano le caratteristiche e le peculiarità ordinarie definite dalla normativa. In questi casi, però, i canoni di sicurezza vengono definiti nell’apposita sezione del Testo Unico sulla sicurezza, legata specificatamente ai cantieri temporanei e mobili.

LA DISTINZIONE DEGLI AMBIENTI DI LAVORO

Il microclima è l’insieme dei fattori fisici ambientali che insieme ai parametri quali attività metabolica ed abbigliamento caratterizzano gli scambi termici tra ambiente e lavoratori

L’approccio al problema, la metodologia d’indagine e le relative norme di riferimento, dipendono dalla tipologia di ambiente termico in questione. 

Per questo motivo gli ambienti termici vengono distinti generalmente in ambienti moderati e severi (caldi o freddi).

Gli ambienti di lavoro in base alle condizioni microclimatiche che li caratterizzano si distinguono in:

  • Ambienti moderati, con condizioni non troppo distanti dalle condizioni ideali per l’organismo umano, in cui il sistema di termoregolazione risulta in grado di operare i necessari aggiustamenti per assicurare condizioni di benessere termico

Negli ambienti moderati si possono raggiungere condizioni di comfort (anche attraverso il contributo di impianti di condizionamento);

  • Ambienti severi caldi e ambienti severi freddi, nei quali specifiche ed ineludibili esigenze produttive determinano la presenza di alte o basse temperature, in cui è necessario prevedere dei tempi massimi di esposizione o fornire ai lavoratori degli opportuni dispositivi di protezione individuale

Negli ambienti severi caldi/freddi, in cui tali condizioni non possono essere garantite e pertanto ci si deve preoccupare di assicurare la salute e la sicurezza del lavoratore (ad esempio nelle celle frigorifere).

È evidente, quindi, che l’adozione delle misure di prevenzione e protezione stabilite dalla normativa dipende dalla natura del luogo di lavoro e dall’attività che viene svolta. Ad esempio, la regolazione delle condizioni in un ambiente di lavoro chiuso e destinato ad attività prevalentemente d’ufficio, risulta più semplice rispetto a situazioni lavorative che prevedono una attività fisica continua, in spazi ampi (grandi magazzini, capannoni, realtà industriali ecc.) o che espongano i lavoratori a condizioni climatiche esterne fortemente disagiate.

GLI AMBIENTI MODERATI

Si possono definire “ambienti moderati” tutti i luoghi di lavoro nei quali non esistono specifiche esigenze produttive che, vincolando uno o più degli altri principali parametri microclimatici (principalmente temperatura dell’aria, ma anche umidità relativa, velocità dell’aria, temperatura radiante e resistenza termica del vestiario), impediscano il raggiungimento del confort.

Per la valutazione del microclima negli ambienti moderati (10°C ÷ 30°C), la norma tecnica di riferimento è la norma UNI EN ISO 7730. Tale normativa propone una metodologia per la valutazione del confort microclimatico basata sulle misurazioni di alcuni parametri microclimatici (tra le quali la temperatura dell’aria, l’umidità e la velocità dell’aria), e sul conseguente calcolo degli indicatori sintetici di confort (PMV e PPD), detti indici di Fanger, che combinano diverse grandezze al fine di consentire la formulazione di un giudizio di accettabilità o inaccettabilità relativa a tale tipologia di ambiente termico.

In aggiunta agli indicatori sintetici di confort è possibile calcolare degli indicatori di disconfort locali (es. percentuale di insoddisfatti a causa di correnti d’aria).

I CRITERI VALUTATIVI PER AMBIENTI MODERATI

Per la valutazione degli ambienti moderati si fa riferimento alla UNI EN ISO 7730: Ergonomia degli ambienti termici – Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale.

Gli indici su cui si basa la valutazione comfort/discomfort globale sono due:

  • Predicted Mean Vote (PMV) – Voto medio previsto
  • Predicted Percentage of Dissatisfied (PPD) – Percentuale prevista di insoddisfatti.

Si fa presente che tali criteri non si applicano in genere a soggetti particolarmente sensibili, o con requisiti termici speciali, per i quali si raccomanda di mantenere sempre condizioni termiche molto prossime alla “neutralità”, secondo quanto indicato nella norma specifica EN 16798-2.

COME VALUTARE IL RISCHIO DEGLI AMBIENTI SEVERI

Viene definito “ambiente severo” un luogo di lavoro nel quale specifiche ed ineludibili esigenze produttive (vicinanza a forni ceramici o fusori, accesso a celle frigo o in ambienti legati al ciclo alimentare del freddo, ecc.) o condizioni climatiche esterne (in lavorazioni effettuate all’aperto, in agricoltura, in edilizia, nei cantieri di cava, nelle opere di realizzazione e manutenzione delle strade, ecc.) determinano la presenza di parametri termoigrometrici stressanti.

A loro volta questo tipo di ambienti termici si dividono in ambienti severi caldi e ambienti severi freddi.

GLI AMBIENTI SEVERI CALDI

Gli ambienti severi caldi sono caratterizzati da un notevole intervento del sistema di termoregolazione umano al fine di diminuire l’accumulo di calore nel corpo. L’azione termoregolatrice si esplica, primariamente sul piano fisiologico mediante meccanismi di vasodilatazione dei vasi sanguigni cutanei (con aumento della temperatura della cute) e di sudorazione. Per gli ambienti severi caldi, le norme tecniche di riferimento sono la norma UNI EN ISO 7243 e la norma UNI EN ISO 7933.

Tali normative propongono due metodologie per la valutazione dello stress microclimatico derivante da ambienti severi caldi, una più semplice ed una più complessa. La metodologia più semplice consiste nella misurazione di alcuni parametri microclimatici e nel conseguente calcolo rispettivamente di un indice (WBGT) che combina le misure di tre differenti tipologie di temperatura al fine di consentire l’emissione di un giudizio di accettabilità delle condizioni microclimatiche dell’ambiente termico o di effettuare un’analisi più approfondita.

Per la valutazione approfondita del rischio microclimatico in ambienti severi caldi la stessa norma UNI EN ISO 7243 prevede di ricorrere alla strategia più complessa proposta dalla norma UNI EN ISO 7933. In questo caso, utilizzando il PHS (Predicted Heat Strain) si calcoleranno alcuni indici atti a valutare l’accettabilità o la non accettabilità del rischio.

GLI AMBIENTI SEVERI FREDDI

Gli ambienti severi freddi sono caratterizzati da condizioni che richiedono un sensibile intervento del sistema di termoregolazione umano per limitare la potenziale eccessiva diminuzione della temperatura caratteristica dei diversi distretti ed in particolare del nucleo corporeo. L’azione termoregolatrice si traduce sul piano fisiologico nella vasocostrizione dei capillari cutanei, che comporta una diminuzione della temperatura della cute e nell’incremento della produzione di calore per via metabolica (di cui i brividi e l’orripilazione ne sono segni evidenti).

Per gli ambienti severi freddi, le norme tecniche di riferimento sono la norma UNI EN ISO 15743 e la norma UNI EN ISO 11079. In particolare quest’ultima normativa propone una metodologia per la valutazione dello stress microclimatico derivante da ambienti severi freddi che consiste nella misurazione di alcuni parametri microclimatici e nel conseguente calcolo di un indice (IREQ) che combina i valori di alcuni parametri al fine di consentire l’emissione di un giudizio di accettabilità o inaccettabilità relativa a tale tipologia di ambiente termico.

UNA ULTERIORE DISTINZIONE DEGLI AMBIENTI TERMICI

Un ulteriore distinzione riguarda due tipologie di ambienti termici:

  • Ambienti termicamente moderabili: ambienti nei quali non esistono vincoli in grado di pregiudicare il raggiungimento di condizioni di comfort
  • Ambienti termicamente vincolati: ambienti nei quali esistono vincoli, in primo luogo sulla temperatura e sulle altre quantità ambientali, ma anche sull’attività metabolica e sul vestiario, in grado di pregiudicare il raggiungimento di condizioni di comfort.

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