I PARAMETRI AMBIENTALI DEL MICROCLIMA

i parametri ambientali del microclima

Con il termine di microclima si intendono quei parametri ambientali che influenzano gli scambi termici tra soggetto ed ambiente negli spazi confinati e che determinano il cosiddetto benessere termico, cioè lo stato di piena soddisfazione del soggetto nei confronti dell’ambiente.

I PARAMETRI AMBIENTALI

I valori microclimatici ottimali da ritenersi validi nel campo del lavoro oscillano peraltro tra un’ampia gamma di grandezza, in rapporto a più fattori (individuali, di clima, di lavoro) ed ancor più dal variare degli stessi fattori che costituiscono il microclima, atteso che nel modificarne uno solo di tali parametri si controbilanciano gli spostamenti determinati dagli altri.

Se pertanto per un individuo a riposo si ritengono validi, con approssimazione, i seguenti dati:

  • Temperatura 18° – 20°
  • Umidità relativa 40 – 60 %
  • Movimento d’aria 0,05 – 0,3 m/sec.

Non altrettanto può dirsi per le svariate attività lavorative che presentano caratteristici stati microclimatici tali da compromettere gli scambi di calore tra il corpo umano e l’ambiente.

IL MICROCLIMA IN AMBIENTI MODERATI

Gli ambienti moderati sono caratterizzati innanzitutto dal fatto che impongono un moderato grado di intervento alla termoregolazione corporea e che vi risulta facilmente realizzata la condizione di omeotermia (equilibrio termico tra corpo e ambiente) del soggetto.

IL MICROCLIMA IN AMBIENTI CALDI

Gli ambienti caldi sono caratterizzati da un notevole intervento del sistema di termoregolazione umano al fine di diminuire l’accumulo di calore nel corpo.

Le caratteristiche degli ambienti caldi sono (negli ambienti di lavoro):

  • Valori elevati di temperatura in relazione alle caratteristiche dell’attività svolta e del vestiario indossato dagli operatori.
  • Possibili alti valori di umidità relativa dell’aria e richiedenti un considerevole scambio termico per sudorazione al fine di conservare l’omeotermia.
  • Variabilità della temperatura e dell’umidità da postazione a postazione di lavoro.
  • Disuniformtà del livello di impegno fisico richiesto e del vestiario indossato dagli operatori.

I PARAMETRI PER L’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO

Comunque il D.M. 18 maggio 1976 (Disposizioni in ordine agli impianti di condizionamento e ventilazione di cui alla L.11 novembre 1974 n.584 concernente il divieto di fumare in determinati locali di trasporto pubblico) propone i seguenti parametri per gli impianti di condizionamento:

  • Temperatura 18 – 20 °C e umidità 40-60% in inverno.
  • Temperatura interna di oltre 7 °C inferiore all’esterna e umidità 40-50% in estate.
  • 0,15 m/sec. per la velocità dell’aria.

Questi parametri consentono di rispettare il dettato dell’art.33 comma 6 terzo capoverso del D.Lgs.626/94, relativo al divieto di esporre i lavoratori a correnti fastidiose.

I PARAMETRI AMBIENTALI NEGLI AMBIENTI CONFINATI

I parametri ambientali misurati negli ambienti confinati sono i seguenti:

  • Temperatura dell’aria.
  • Temperatura umida a ventilazione forzata.
  • Temperatura umida a ventilazione naturale.
  • Umidità relativa.
  • Temperatura del globotermometro.
  • Velocità dell’aria o ventilazione.

Al riguardo, due sono gli scopi primari della ventilazione degli edifici: il mantenimento del giusto livello di benessere interno e la garanzia della sicurezza e della salvaguardia della salute degli occupanti.

I più importanti elementi che vengono controllati nei luoghi di lavoro dotati di ventilazione meccanica sono la velocità dell’aria negli spazi occupati, la temperatura a bulbo secco e l’umidità relativa.

GLI INDICI MICROCLIMATICI DI STRESS TERMICO

Per prevenire l’insorgenza di effetti derivanti da situazioni di stress termico che conseguono allo scompenso dei meccanismi di termoregolazione, sono stati elaborati indici microclimatici di stress atti a segnalare l’esistenza di rischio di stress termico in conseguenza di situazioni metaboliche o di eccessivo impegno fisico.

Un esempio di questi indici è il WBGT (Wet Bulb Globe Thermometer – Temperatura a bulbo secco), che ha un maggiore impatto con il livello di benessere termico e che a seconda dei valori ottenuti, permette lo svolgimento di lavori continui (pesanti, medi, leggeri) oppure impone la necessità di pause orarie.

In seguito al generale miglioramento delle condizioni microclimatiche negli ambienti lavorativi e all’adozione, in molti di essi, di impianti di condizionamento sono stati anche proposti indici più complessi atti a verificare l’esistenza di condizioni soggettive di benessere termico.

LE CONDIZIONI MICROCLIMATICHE AMBIENTALI

Tutto ciò fa emergere la constatazione, confermata anche dall’esperienza pratica, che non esistono condizioni microclimatiche ambientali ottimali in grado di soddisfare contemporaneamente tutti i soggetti anche se e possibile identificare condizioni microclimatiche ambientali tali da soddisfare le esigenze di benessere della maggior parte dei soggetti.

Un’integrazione di tutti i parametri fisici e fisiologici in unico numero in grado di stimare il grado di benessere, cioè l’utilizzo di indici termici, è risultata in pratica un tentativo estremamente valido per fornire criteri di riferimento validi nella identificazione e realizzazione di condizioni microclimatiche di benessere.

LA VALUTAZIONE DEI PARAMETRI MICROCLIMATICI

Per una valutazione dei parametri microclimatici, la sensazione soggettiva di benessere non dipende da uno solo dei relativi fattori ambientali (temperatura, umidità, velocità dell’aria ecc.), bensì dalla loro combinazione. 

Gli indici più importanti, noti come indici di Fanger, sono:

  • PMV (predicted mean vote): esprime un voto medio previsto per la sensazione di benessere termico.
  • PPD (predicted percentage of disatisfied): è la percentuale prevista delle persone insoddisfatte.

Come si evidenza nella seguente tabella, il PMV e il PPD sono strettamente correlati e si osserva che anche a valori di PMV = 0, ovvero in condizioni microclimatiche teoricamente ottimali, esiste una percentuale del 5% di insoddisfatti. Un ambiente viene comunque definito accettabile per valori di PMV ± 0,5 e PPD minore del 10%.

valori di PMV ± 0,5 e PPD minore del 10%.

Il più utilizzato tra gli indici di comfort termico (condizione mentale che esprime soddisfazione in rapporto all’ambiente termico) è il PMV (Predicted Mean Vote) di Fanger. Il PMV è basato sulla rielaborazione della equazione del bilancio termico e tiene conto della combinazione di:

  • Temperatura dell’aria.
  • Temperatura radiante media.
  • Velocità dell’aria.
  • Pressione di vapore dell’aria ambiente.
  • Dispendio energetico misurato.
  • Resistenza termica dell’abbigliamento.

L’indice predice la sensazione termica soggettiva valutata su una scala a 7 gradini (da +3 molto caldo a -3 molto freddo) espressa da soggetti esposti alle stesse condizioni microclimatiche. La norma ISO/DP 7730 propone per il mantenimento del comfort termico, valori di PMV compresi tra +0,5 e -0,5.

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