IL GREEN PASS OBBLIGATORIO PER TUTTI I POSTI DI LAVORO

il green pass obbligatorio per tutti i posti di lavoro

A partire dal 15 ottobre 2021 l’utilizzo del Green Pass sarà reso obbligatorio per tutti i lavoratori, senza alcun tipo di distinzione tra settore pubblico e privato (23 milioni di italiani in totale). In questo modo la nostra politica intende rafforzare l’impiego di uno strumento che, da un mese e mezzo a questa parte, ha già dimostrato di poter essere efficace nell’azione di contrasto alla pandemia.

Il green pass sarà obbligatorio in Italia in tutti i luoghi di lavoro, una regola che durerà almeno fino al prossimo 31 dicembre, data in cui scadrà lo stato di emergenza. Si tratta di un provvedimento del governo che interesserà 23 milioni di persone in tutto il territorio nazionale. Tutti i dipendenti pubblici dovranno avere il certificato verde, perché nessuno è in smart working al 100%. Quindi nella normale turnazione sarà obbligatorio avere il green pass.

COSA È IL GREEN PASS

I cosiddetti Green pass sono documenti individuali che certificano una delle condizioni richieste in Italia (dal 17 giugno) e in Europa (dal 1° luglio) per circolare liberamente durante la pandemia di Covid: l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare cui la persona si è sottoposta nelle 48 ore precedenti, o l’avvenuta vaccinazione nei nove mesi precedenti contro il virus Sars-Cov-2 o la guarigione dal Covid-19 nei sei mesi precedenti.

In Italia, per molte persone, fra chi non lo ha già fatto, ottenere e scaricare il Green pass si è rivelato un’operazione semplice e immediata (arriva un Sms con il codice authcode per scaricarlo da dgc.gov.it o dall’app Immuni. In alternativa il pass si trova direttamente nell’app IO), ma capiterà che qualcuno incontri difficoltà e si imbatta in problematiche non ancora del tutto risolte.

il Green pass si materializza nella forma di un codice Qr da scaricare e presentare in digitale sullo schermo dello smartphone, o da stampare. Per scaricarlo, dopo il tampone o la prima e la seconda dose del vaccino o la guarigione, bisogna inserire il codice Authcode che il ministero della Salute invia via Sms al nostro numero di telefono sul sito dgc.gov.it o sull’applicazione Immuni (serve anche la Tessera sanitaria). Chi ha l’app IO o il Fascicolo sanitario elettronico dovrà solo aprire le applicazioni, e lo troverà quando è previsto che arrivi. Si può ottenere anche rivolgendosi ai medici di medicina generale, ai pediatri e alle farmacie, consegnando al professionista il codice fiscale e i dati della Tessera sanitaria.

COME SI OTTIENE E QUANTO DURA LA CERTIFICAZIONE VERDE

La certificazione verde si ottiene o con la vaccinazione contro il Covid-19 con uno dei vaccini riconosciuti e approvati da Ema e da Aifa, o con un certificato di guarigione dalla malattia o ancora con l’esito negativo di un tampone. Ovviamente, la durata della certificazione è diversa a seconda della condizione che consente di ottenere il green pass: per chi ha completato il ciclo vaccinale dura 12 mesi; per chi è guarito dal Covid dura 6 mesi e per chi si è sottoposto a un tampone antigenico rapido che ha dato esito negativo è di 48 ore, a un molecolare 72 ore. Chi è guarito dal Covid e poi si sottopone alla vaccinazione con una singola dose — secondo quanto previsto dalle norme decise dal ministero della Salute — ottiene una certificazione della stessa durata di chi ha completato il ciclo vaccinale.
Il green pass è consultabile sotto forma di un Qr Code, ossia un codice a barra a risposta rapida, che può essere digitale (leggibile quindi da uno smartphone) o cartaceo.

IL DECRETO LEGGE PER L’OBBLIGATORIETA’ FEL GREENPASS

Già ad agosto sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza come navi, traghetti, aerei e treni il green pass è stato reso obbligatorio è stato reso obbligatorio, quando si è registrato il maggior numero di rientri dalle vacanze. La strada più probabile è l’imposizione ai passeggeri dai 12 anni in su del green pass con la prima dose o in alternativa il tampone negativo. Tutte le forze politiche sono state concordi al decreto legge sull’estensione dell’obbligatorietà del green pass. Dopo la cabina di regia sull’estensione dell’obbligo del Green pass a tutti i lavoratori pubblici e privati – a palazzo Chigi con il premier Mario Draghi e il ministro della Cultura Dario Franceschini c’erano il titolare dei Rapporti con il Parlamento Federico D’Inca’ (M5S), la ministra degli Affari Regionali Maria Stella Gelmini (Fi), il ministro per lo Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti (Lega) , la titolare per le Pari Opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti (Iv) e il ministro della Salute Roberto Speranza (Leu) – è toccato al Consiglio dei ministri. All’ordine del giorno il nuovo decreto sul Green pass che estende l’obbligatorietà a tutti i lavoratori pubblici e privati. Il nuovo decreto sarà valido dal 15 ottobre sino a fine anno. Il decreto consiste in soli otto articoli e sei pagine di spiegazione in totale.

Sicuramente il governo ha inteso accelerare con il provvedimento soprattutto per incentivare la campagna vaccinale che con l’approssimarsi dell’autunno, la ripresa delle scuole e delle attività economiche rappresenta, per l’esecutivo, l’unico strumento efficace per evitare una nuova ondata pandemica.

L’OBBLIGATORIETA’ DEL GREENPASS PER CHI SVOLGE ATTIVITA’ LAVORATIVA

Al lavoro con il Green Pass: dal 15 ottobre obbligo per tutti

Il documento dovrà essere esibito all’ingresso dei luoghi in cui si svolgono le mansioni, anche dagli esterni, con i controlli eseguiti dai datori di lavoro o da soggetti da loro incaricati. Interessati i collaboratori familiari (colf, baby sitter ecc..), coloro che erogano servizi a domicilio (idraulici, elettricisti ecc.), le Partite IVA e chi svolge attività di volontariato. Un soggetto sprovvisto o che si rifiuterà di mostrarlo sarà considerato assente ingiustificato senza retribuzione. Dopo il quinto giorno scatterà la sospensione (solo nel settore pubblico), ma non il licenziamento. Previste inoltre sanzioni da 600 a 1.500 euro per i trasgressori.

Fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, tutto il personale delle amministrazioni pubbliche, quello delle Autorità amministrative indipendenti, ivi comprese la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale, per entrare nei luoghi di lavoro dovrà possedere ed esibire, su richiesta, la certificazione verde.

Il pass è obbligatorio anche per tutti quei soggetti che, a qualsiasi titolo, svolgono la propria attività lavorativa, di formazione o di volontariato nella pubblica amministrazione anche sulla base di contratti esterni nonché per tutti i soggetti titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice. Gli organi costituzionali, ciascuno nell’ambito della propria autonomia, dovranno adeguare il proprio ordinamento alle disposizioni previste. Sono esentati dall’obbligo tutti coloro che non possono vaccinarsi per motivi di salute. La verifica del rispetto delle norme spetta ai datori di lavoro che dovranno definire, entro il 15 ottobre, le modalita’ operative per l’organizzazione delle verifiche. Queste ultime potranno essere definite con delle linee guida adottate dal presidente del Consiglio su proposta dei ministri della pubblica amministrazione della salute. Chi non avra’ il green pass è considerato assente ingiustificato dal lavoro: non scatterà la sospensione ma ci sarà il blocco dello stipendio, senza però conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del posto del lavoro. Per chi viene trovato al lavoro senza il certificato è prevista una sanzione da 600 a 1.500 euro. Per i datori di lavoro che non controllano o che non predispongono le misure organizzative, la sanzione va da 400 a mille euro.

LO SCOPO DELL’OBBLIGO DEL GREENPASS

Il 15 ottobre entra in vigore l’obbligo di Green Pass nei luoghi di lavoro. La misura ha una duplice finalità: una esplicita e diretta, ossia la salvaguardia dei lavoratori per impedire nuovi focolai e nuove chiusure che l’economia italiana non può più permettersi; una implicita e indiretta, ossia la “moral suasion” dei non vaccinati per spingerli ad un passo di salvaguardia personale e collettiva. Affinché questo passaggio non diventi un ostacolo ai normali flussi di lavoro, e per garantire la piena osservanza delle norme a livello nazionale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato una serie di FAQ che illustrano gli aspetti principali dei controlli in azienda.

  • Non bisognerà più attendere 15 giorni dalla prima dose di vaccino anticovid per avere il green pass, ma lo si otterrà subito dopo la prima somministrazione. L’articolo 4 comma 3 modifica la normativa attuale sostituendo il passaggio in cui si affermava che la certificazione era valida «dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione» con le parole «dalla medesima somministrazione».
  • Green pass obbligatorio per entrare in tutti i luoghi di lavoro. Ecco la scelta del governo, sul fronte della lotta al Covid. Bisogna fare in fretta, per raggiungere entro un mese almeno la soglia ‘di sicurezzà dell’80% di vaccinati Dalla metà di ottobre bisognerà essere vaccinati, aver fatto un tampone o essere guariti dal Covid, per entrare in uffici pubblici e privati, ma l’obbligo dovrebbe essere esteso anche a studi professionali, negozi, ristoranti. Green Pass in azienda: le FAQ del Governo.

Le nuove modalità di verifica dei Certificati Verdi. Tali modalità avvengono in azienda alla stregua di quanto già stabilito anche per la Pubblica Amministrazione: la verifica può avvenire tanto ai varchi di ingresso quanto (a campione) quando il personale è già all’interno dei locali di lavoro. Le regole prevedono tuttavia specifiche modalità in entrambi i casi e specifiche responsabilizzazioni in caso di violazione. Il Governo ha voluto però lasciare a tutti piena autonomia organizzativa, affinché ogni realtà possa calare sulle proprie risorse la miglior strategia di verifica. Tali modalità vanno definite dai datori di lavoro ed i lavoratori debbono essere debitamente informati in merito.

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