COME DEFINIRE IL MICROCLIMA

come definire il microclima

Il microclima può essere definito come il complesso di parametri ambientali che condizionano gli scambi termici tra uomo e l’ambiente.

Sarebbe presuntuoso tentare una definizione comprensiva di tutte le diverse situazioni microclimatiche; invece, è possibile mettere a fuoco i fondamenti di termofisiologia umana con i requisiti di benessere termico ed i criteri generali di valutazione delle condizioni microclimatiche, allo scopo di facilitare il raggiungimento di benessere microclimatico in tutti quegli ambienti civili, come le scuole e gli uffici, ove un sempre crescente numero di persone trascorre gran parte della giornata e della vita lavorativa.

LA QUALITA’ DELL’ARIA NEGLI AMBIENTI

Negli ultimi anni si fa sempre più attenzione alla qualità dell’aria negli ambienti non industriali, dal momento che ciascun individuo trascorre la maggior parte del suo tempo all’interno di edifici pubblici quali uffici, scuole, etc. 

 All’interno dei rischi di tipo fisico, oggetto della valutazione dei rischi aziendali così come descritti nell’art 180 (Titolo VIII, Capo I) del D.Lgs 81/08, rientra anche il discorso legato al microclima cioè i requisiti minimi che i luoghi di lavoro devono possedere per poter risultare conformi e quindi garantire condizioni di benessere adeguate.

Con il termine di microclima si intendono quei parametri ambientali che influenzano gli scambi termici tra soggetto e ambiente negli spazi confinati e che determinano il cosiddetto “benessere termico”. 

I PARAMETRI DEL MICROCLIMA

All’interno di un ambiente confinato, il complesso dei parametri è determinato dal clima esterno, dalle caratteristiche strutturali dell’edificio, dalle caratteristiche degli impianti di riscaldamento e condizionamento e dal numero e tipo di attività degli occupanti. Ciascuno di questi fattori è governato da un grande numero di variabili, con la conseguenza che ciascun singolo ambiente confinato è caratterizzato da un proprio microclima

Nei luoghi di lavoro è importante che venga mantenuto un adeguato microclima, in grado di favorire la salute e la sicurezza sul lavoro è uno degli aspetti principali che interessano l’organizzazione e la gestione dei luoghi di lavoro.

L’AERAZIONE DEI LUOGHI CHIUSI

Il primo aspetto valutato è quello relativo alla aerazione dei luoghi di lavoro chiusi, che deve essere sempre garantita preferenzialmente con finestre e, qualora non possibile, con impianti di aerazione periodicamente controllati, mantenuti funzionanti in modo da non esporre i lavoratori a correnti d’aria diretta.

Il datore di lavoro deve garantire, in nei luoghi di lavoro chiusi, come gli uffici, un adeguato microclima, come, ad esempio, una giusta salubrità dell’aria, la quale dovrà essere ricambiata tramite aperture, sia naturali sia tramite areazione.

I COMPITI DEL DATORE DI LAVORO

Nel caso in cui i luoghi di lavoro non abbiano la possibilità di essere areati in maniera naturale, il datore di lavoro è tenuto a revisionare, ancora più spesso e su base periodica, il sistema di areazione artificiale.

 Le stesse regole valgono per il sistema di illuminazione che, come quello di areazione, deve garantire le migliori condizioni di lavoro, al fine di ottenere un ambiente sicuro per i lavoratori.

 La legge stabilisce, nel dettaglio, gli indici di umidità, di freddo e caldo, necessari perché il microclima del luogo di lavoro venga considerato salubre. Ad esempio, il tasso di umidità non può essere superiore o inferiore al valore del 40% e 60%.

La condizioni termica di un ambiente di lavoro è uno dei fattori principali che ricadono all’interno della legislazione sulla sicurezza sul lavoro, inteso come uno dei costituenti del macro concetto di microclima di lavoro.

IL MICROCLIMA IN AMBIENTI MODERATI

Gli ambienti moderati sono caratterizzati innanzitutto dal fatto che impongono un moderato grado di intervento alla termoregolazione corporea e che vi risulta facilmente realizzata la condizione di omeotermia (equilibrio termico tra corpo e ambiente) del soggetto.

I MICROCLIMA IN AMBIENTI CALDI

Gli ambienti caldi sono caratterizzati da un notevole intervento del sistema di termoregolazione umano al fine di diminuire l’accumulo di calore nel corpo. 

Le caratteristiche degli ambienti caldi sono (negli ambienti di lavoro):

  • Valori elevati di temperatura in relazione alle caratteristiche dell’attività svolta e del vestiario indossato dagli operatori.
  • Possibili alti valori di umidità relativa dell’aria e richiedenti un considerevole scambio termico per sudorazione al fine di conservare l’omeotermia.
  • Variabilità della temperatura e dell’umidità da postazione a postazione di lavoro.
  • Disuniformità del livello di impegno fisico richiesto e del vestiario indossato dagli operatori.  

GLI INDICI MICROCLIMATICI

Per una valutazione dei parametri microclimatici, la sensazione soggettiva di benessere non dipende da uno solo dei relativi fattori ambientali (temperatura, umidità, velocità dell’aria ecc.), bensì dalla loro combinazione. Per esprimere questo concetto, sono stati quindi studiati vari indici microclimatici.

Gli indici più importanti, noti come indici di Fanger, sono:

  • PMV (predicted mean vote): esprime un voto medio previsto per la sensazione di benessere termico.
  • PPD (predicted percentage of disatisfied): è la percentuale prevista delle persone insoddisfatte.

Il PMV e il PPD sono strettamente correlati. Si osserva che anche a valori di PMV = 0, ovvero in condizioni microclimatiche teoricamente ottimali, esiste una percentuale del 5% di insoddisfatti. 

Un ambiente viene comunque definito accettabile per valori di PMV ± 0,5 e PPD minore del 10%. 

I FATTORI CHE CARATTERIZZANO IL MICROCLIMA

Il microclima è l’insieme dei fattori chimici e fisici che caratterizzano l’aria degli ambienti confinati.

  • Chimici: ossigeno, azoto, anidride carbonica, gas inerti, vapore acqueo.
  • Fisici: temperatura, calore radiante, umidità, movimento dell’aria.

La temperatura, nella stagione calda, non dovrebbe essere inferiore a quella esterna di oltre 7°; nelle altre stagioni dovrebbe essere compresa fra i 20° – 24

L’umidità va mantenuta fra i 40 e il 60% nella stagione calda e fra il 40 e il 50% nelle altre stagioni. Va evitata l’eccessiva secchezza dell’aria che favorisce l’irritazione delle mucose congiuntive e dell’apparato respiratorio

La sensazione di benessere legata a queste grandezze è abbastanza soggettiva, e dipende inoltre dall’attività svolta e dal tipo di abbigliamento indossatoSi deve porre attenzione alle fonti di calore e ove sono in funzione condizionatori d’aria, fare attenzione alla velocità dell’aria, alla manutenzione periodica dei filtri d’aria, alla direzione del getto dell’aria.

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